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"Ogni tiro un gol, o quasi. Il destro con il quale ha scavato il fossato tra l’Inter e l’Udinese è tanto bello quanto pesante, il tocco sotto tentato per sorprendere Okoye si è aggiunto agli altri sprechi nerazzurri che Inzaghi ha ammassato sul pallottoliere. Lautaro, si è goduto l’abbraccio dei compagni e i cori dei tifosi – la seconda rete è arrivata proprio sotto il settore ospiti occupato dalla curva interista – ma le sue parole nel dopogara sono rimaste in linea con i toni da capitano sfoggiati con grande maturità dopo il ko con il Milan".
"Intanto a crescere è il capitano, e in casa nerazzurra non poteva esserci notizia migliore di questa. Perché un Toro finalmente in salute, dopo la lunga rincorsa iniziata ad agosto e passata da vacanze accorciate, noie muscolari, panchine a sorpresa (Manchester) e serate da dimenticare, è un ricostituente. Per tutti. Dalla squadra a rischio shock dopo la sconfitta nel derby a chi gira più spesso intorno all’argentino in partita, vedi Thuram. Marcus ieri ha smesso i panni del 9 classico, progettato per segnare, e ha indossato di nuovo la tuta da lavoro, al servizio dell’altra faccia della ThuLa, con l’assist del secondo gol. E allora eccole, le due certezze lì davanti, che fanno sorridere Inzaghi: la ThuLa sta tornando e Lautaro è tornato a modo suo. La doppietta che ha lanciato l’Inter a Udine è anche la sua decima marcatura multipla in trasferta in Serie A. Da quando l’argentino frequenta i nostri campi, ovvero dal 2018-19, nessuno ha fatto meglio. Un messaggio per se stesso, dopo mesi tormentati per l’astinenza da gol, ma anche per il campionato e perché no, per i giurati che a fine ottobre eleggeranno il Pallone d’oro. Lauti si è sbloccato a un mese esatto dal galà che a Parigi premierà il migliore", aggiunge Gazzetta.
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