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"L’Inter ha confermato due verità contraddittorie: di poter essere ancora dominante come nella stagione scorsa, la più forte di tutti, ma anche di non poterlo più essere per 90’. Sul 4-2, quando si è messa a martellare la porta di Di Gregorio, è sembrata un uragano tropicale. Thuram su tutti. Ma poi si è fatta raggiungere e, già in precedenza, aveva subito gol evitabili. Le amnesie annunciate nella prima di Marassi si ripetono puntualmente. Un anno fa, dopo 9 giornate, l’Inter aveva subito 5 gol. Oggi sono già 13. L’assenza di Calhanoglu pesa, non soltanto in regia, ma anche nel filtro di centrocampo. E’ come se l’Inter riuscisse a giocare come prima, ma non a imporsi la concentrazione feroce che serve per conservarne i frutti. Un gigante dai piedi d’argilla. Sta a Inzaghi, ieri non illuminato nei cambi come Thiago, rimettere a posto la testa dei Campioni d’Italia. Con la testa a posto, nella stagione scorsa, l’Inter vinse tutti gli scontri diretti, tranne Juve-Inter. Ora ha perso il derby e sperperato la vittoria sulla Juve. Avrebbe potuto buttare giù dalla torre un Fonseca quasi esonerato e mettere in crisi Motta, dopo lo Stoccarda. Li ha risparmiati con esagerata tenerezza", scrive Gazzetta.
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