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"Ma tutto cambia, in verità, nel giudizio e nell’autostima. Perché l’Inter del primo tempo aveva tirato fuori le versione peggiore di sé, evidenziando interrogativi anche sulla reale qualità delle seconde linee. Per carità, i dubbi restano, intorno alla figura di Klaassen ad esempio. O ad Arnautovic stesso, cui non basta il gol per arrivare a un giudizio positivo. Ma al netto dei singoli, la verità è che l’Inter ha pagato nei primi 45 minuti il dazio inevitabile di una squadra completamente rivoluzionata. Troppi, evidentemente troppi otto cambi rispetto alla gara di Torino con la Juve. Logico vedere all’opera una squadra senza ritmo, senza le giuste distanze, slegata al punto che per il Benfica è stato fin troppo facile trovare la giocata vincente sulla trequarti, in quel mondo di mezzo dove i tre trequartisti di Schmidt avevano praterie a disposizione, praterie non coperte da Asllani, Frattesi e soprattutto Klaassen, davvero inadeguato per i ritmi della Champions".
"Mai s’era vista, in Champions, una rimonta così dell’Inter. Ma, al netto delle statistiche, Inzaghi può esultare per lo spirito di reazione dei suoi: c’è vita anche dietro le prime scelte. Magari non tutte, certo. Ma per quello c’è il mercato di gennaio", spiega Gazzetta.
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