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Simone Inzaghi si prende una piccola rivincita. Dopo le critiche delle ultime settimane e le voci su un possibile addio a fine stagione in seguito a qualche risultato deludente, l'allenatore dell'Inter conquista il bottino pieno all'Allianz Stadium contro la Juventus e torna prepotentemente in corsa per lo Scudetto:
"Tra i tanti modi con cui poteva vincerla, forse lo ha fatto nella maniera meno inzaghiana possibile - scrive La Gazzetta dello Sport -. Creando poco, anche meno del minimo indispensabile, con la sua squadra che si è esaltata più nella battaglia e nei continui corpo a corpo, che nel fraseggio veloce nella metà campo avversaria. Esterni poco cercati, punte quasi mai raggiunte e possesso palla ridotto al minimo, specie nel primo tempo. Simone Inzaghi, però, si porta a casa una vittoria che vale doppio, per la classifica e per il morale. Adesso sì che la sua squadra può tornare a credere veramente allo scudetto, dopo aver dilapidato un vantaggio enorme accumulato prima di quel maledetto derby".
Il successo contro i bianconeri può cambiare la stagione dell'Inter e ridare entusiasmo dopo un periodo negativo in cui i nerazzurri hanno conquistato appena 7 punti in 7 partite:
"Ci sono voluti nove anni e mezzo per brindare nuovamente a casa Juve: da ieri sera Andrea Stramaccioni finisce definitivamente nel passato più remoto, il presente – e magari anche il futuro – è tornato nelle mani di Inzaghi, che in un colpo solo cancella due mesi sulle montagne russe e rilancia la sua Inter prepotentemente nella corsa allo scudetto. Serviva solo vincere e vittoria è stata, ma adesso niente più alibi. Certo, il destino della volata tricolore resta nelle mani del Milan, ma già da stasera la pressione sarà diversa: Pioli non può più sbagliare, perché l’Inter ha ritrovato la scintilla da scudetto.
E questo è un torneo diverso per tutti i nerazzurri, perché la seconda stella porterebbe tutti in maniera trionfante nella storia del club. Da ieri è iniziata un’altra stagione, forse un’altra era: i tifosi che cantano e fanno festa quando lo stadio è rimasto vuoto, incitando Gosens e De Vrij che si allenano da soli e caricati dal preparatore atletico Rupert, mandano un nuovo messaggio al campionato. Si è risvegliato l’orgoglio dei campioni: ferito e ancor più pericoloso".
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