""Sull’altro lato di Milano i cinesi sono a un passo dall’arrivare (firma del preliminare tra l’11 e il 15 luglio, affare chiuso a settembre) ma con un modello di business completamente diverso. Intanto, per scelta precisa, non è ancora stato comunicato chi sono i 4-5 gruppi che investiranno (anche se dopo la firma verranno allo scoperto, per rassicurare i tifosi in ansia): nessuno dei big dell’economia cinese risulta avere un link diretto con le società presentate a Fininvest, e che sono comunque state giudicate solide. Chi farà da interfaccia con il mondo saranno i gestori del fondo, in primis Nicholas Gancikoff, che assumerà il ruolo di ad, e Sal Galatioto, molto più che semplici advisor. Non sarà quindi l’investitore cinese ad esporsi sulle singole decisioni, la sua presenza a Milano non sarà necessaria. Si è scelto di coinvolgere manager italiani, senza imporre un’internazionalizzazione a prescindere. Un modello definito «più manageriale» dai diretti interessati che vogliono far diventare punto di forza la proprietà frazionata, in teoria un possibile rischio. Il valore del Milan è stato calcolato in 740 milioni (240 vanno a ricoprire i debiti), ma Berlusconi ha imposto che altri 400 (in tre anni) venissero versati nel club: la spesa è simile a quella per l’Inter, ma Silvio ha fatto una sorta di ultimo regalo al suo Milan", scrive Corriere.it sul Milan.
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