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Un contingente slavo ben nutrito compone e infiamma la rosa nerazzurra di quest'anno. Roberto Mancini ha a che fare con pregi e difetti di questa caratteristica e Repubblica commenta così: «Sono i brasiliani d’Europa. Geniacci sghembi, fuoriclasse in potenza e mai in divenire, negli occhi pagliuzze che inviano scintille, eppure persi in chissà quali pensieri e dolori. L’arte che affiora all’improvviso, superba, e la vedi e quasi puoi nutrirtene, ma subito dopo ecco che si inabissa e sparisce, risucchiata in qualche maelstrom di cui non vedremo mai il fondo, e chissà se era vero il
prodigio o se invece è vera solo la follia che l’ha accompagnato. Ma che divertimento, ragazzi. Molto meglio chiamarli i brasiliani d’Europa: si parla di calcio, non di guerra. Balcanici, dunque. Ex jugoslavi, in particolare. Talento a palate e fesserie a palate, con loro non ci si annoia mai. Atleti ma anche uomini, i vizi e le virtù inseparabili. Il dribbling come una ragione di vita, anzi ciò che dà il tenore alla vita. Roberto Mancini se n’è lamentato dopo Inter-Palermo, e dato che era una serata felice ha scherzato, ma non troppo. È che per loro il dribbling è una ragione di vita, o proprio il loro tenore di vita, e dimenticano il resto».
(repubblica)
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