Domenica sera si sfidano l'Inter di Inzaghi e la Juve di Allegri: entrambe le squadre in testa alla classifica giocano con la difesa a 3
Domenica sera a San Siro si sfideranno le migliori difese del campionato. Da una parte l'Inter con la migliore retroguardia, dall'altra la Juve di Allegri, seconda subito dietro ai nerazzurri per gol subiti. A contendersi lo scudetto sono Inter e Juve, prime per minor numero di gol subiti - 10 la capolista e 13 i bianconeri inseguitori - e per quantità di partite chiuse a porta imbattuta, clean sheet come si dice oggi (13 e 12). Poi è vero che l’Inter ha segnato 50 gol per una differenza reti di +40, la migliore nei cinque campionati più importanti d’Europa. La base però è la solidità difensiva.
"Sia l’Inter sia la Juve si affidano a una linea di tre centrali davanti ai propri portieri. Pavard-Acerbi-Bastoni la catena titolare dell’Inter; Gatti-Bremer-Danilo la “collana” della Juve. Non ci sono grosse differenze nei movimenti difensivi e neppure in costruzione. A sinistra, Bastoni nell’Inter sa trasformarsi in centrocampista aggiunto e lo stesso fa Danilo nella Juve, seppure con caratteristiche diverse. Bastoni possiede un sinistro illuminato, dispensatore di lanci esatti, e sa proporsi in avanti, con incursioni sulla fascia mancina. Danilo in mezzo al campo ha pure giocato, sia nel Manchester City con Guardiola sia a Torino. È meno “lancioso” di Bastoni, ma conosce l’arte del passaggio. Non troppo dissimili sono le altre due coppie di centrali. A destra, Pavard, come Gatti, cerca e trova la porta avversaria, 7 gol nel Bayern 2022-23, anche se il francese è ancora a caccia della prima rete nell’Inter. Acerbi come Bremer è un centrale-centrale, genere bastione, punta sull’anticipo e cerca i corpo a corpo. Bremer è più giovane di nove anni, l’anagrafe come vero divario. Eterogenei sono i portieri: Sommer usa come bussola il senso del piazzamento; Szczesny è più alto, più grosso e più spericolato", analizza La Gazzetta dello Sport.