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Un’altra regola non scritta però incombe ancora sui nerazzurri, che con i due gol subiti a Udine sono già a quota 7 in 6 partite: la proiezione non è da squadra che vuole rivincere lo scudetto e Inzaghi non fatica ad ammettere «che c’è da lavorare». Non è certo un caso che l’Inter segni subito dopo il fischio iniziale del primo e del secondo tempo: lo schiaffo meritato contro il Milan ha lasciato la sua impronta, la squadra di Inzaghi sa che deve alzare il livello del suo gioco e aggredisce un avversario in salute, naif in certe occasioni, ma molto fisico e svelto nelle transizioni.
"Il tempo è quello del futuro imminente, non ancora del presente, perché la fase di non possesso è tuttora rivedibile e la squadra di Inzaghi non è ancora quel corpo unico che si vedeva l’anno scorso. Inzaghi prende appunti: dopo aver ritrovato gli occhi della sua squadra ferita dal derby e i gol di Lautaro, stanco ma affamato, deve ripristinare anche la fase difensiva e i suoi meccanismi. E deve farlo in fretta", aggiunge il quotidiano.
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