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"Il momento è delicato, ça va sans dire. È stato lo stesso Inzaghi a definirsi preoccupato dopo la sconfitta con la Roma. Lo sono tutti all’Inter, per la verità". Apre così l'analisi de La Gazzetta dello Sport in merito al momento delicato dell'Inter.
In particolar modo, La Rosea evidenzia l'aspetto comunicativo di Inzaghi: "I dirigenti, anche nelle ultime ore, lo hanno spalleggiato. Anche se qualche uscita pubblica non è piaciuta (eufemismo): della conferenza di venerdì s’è detto ampiamente, pure il riferimento alle coppe vinte anche dopo la partita con la Roma è sembrato fuori luogo ai piani alti. Inzaghi però non è solo, in queste scelte comunicative. In conferenza arriva preparato, i giorni precedenti gli offrono spunti per mandare messaggi interni ed esterni. C’è una figura che lo accompagna, anche da questo punto di vista. Il tecnico si serve dell’aiuto di Sandro Corapi, mental coach già conosciuto nel mondo del calcio, a vari livelli. La collaborazione tra i due va avanti da anni: si sono conosciuti a Roma, ai tempi della Lazio, società con la quale Corapi ha a lungo lavorato. Tra i due c’è grande rapporto, il confronto è frequente, anche se la collaborazione - che va avanti da un bel po’ - negli ultimi tempi non avrebbe più i contorni dell’ufficialità. Ma, al netto dei formalismi, i consigli continuano ad arrivare. E anche la conferenza di venerdì - raccontano i bene informati - sarebbe frutto di una scelta comunicativa studiata a tavolino tra i due", commenta il quotidiano.
A posteriori, il messaggio di Inzaghi lanciato in conferenza in merito ai conti del club si è rivelato un autogol. "L’obiettivo del tecnico era chiaro: in un momento complicato avrebbe voluto mandare un messaggio di positività alla squadra e ai tifosi, un po’ come dire “siamo ancora quelli che sanno vincere”. Di più: le crisi si superano affidandosi alle certezze, ai punti fermi. È un modo di orientare il pensiero, di focalizzarsi sugli aspetti positivi. Il boomerang però era dietro l’angolo. I commenti dei social non spiegano tutto, ma fanno capire abbastanza. Va capito il contesto di certe uscite. Va capito anche il tipo di club, il momento. E pensare che l’aspetto comunicativo era stato uno degli argomenti del vertice con la società del post Udine. Nulla è cambiato, Inzaghi è andato avanti per la propria strada. La testardaggine può essere limite o virtù: il confine è sottile, a volte lo è anche quello tra la vittoria e la sconfitta", analizza La Gazzetta.
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