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Il monito
—Memore di questi precedenti, sin dalla ripresa degli allenamenti, Inzaghi ha lanciato il suo monito: guai a sedersi, guai a dare qualcosa per scontato, guai a smettere di avere fame. E allora sembra proprio che i suoi giocatori l’abbiano preso in parola. Tra Genoa (al netto dei 2 punti lasciati per strada), Lecce e, soprattutto, Atalanta, infatti, hanno fatto vedere innanzitutto l’atteggiamento giusto. Poi, con la crescita della condizione atletica, anche l’intensità, l’aggressività, la ferocia che nello scorso torneo hanno fatto la differenza. Contro i bergamaschi, insomma, Lautaro e compagni hanno lanciato un messaggio a tutto il campionato e, soprattutto, ai rivali: siamo ancora gli stessi, provate a fermarci.
Più titolato
—Come premesso, il tricolore consecutivo permetterebbe a Inzaghi l’ingresso in club esclusivo. Ma un altro scudetto vorrebbe dire pure raggiungere i 7 titoli complessivi da allenatore nerazzurro. Ebbene, da questo punto di vista, la cerchia sarebbe ancora più ristretta. A quella quota, infatti, sono arrivati soltanto Mancini ed Herrera. Vero che ci sono i pesi anche nei successi. E non può essere dimenticato che il “Mago” ha messo la sua firma su due Coppe dei Campioni. I numeri, però, restano. E quella di Inzaghi sarebbe comunque un’impresa, anche perché raggiunta in sole 4 stagioni. Già, conoscendolo, però, è difficile che il tecnico piacentino si possa accontentare. Insieme alla voglia di tricolore bis, nella sua testa c'è anche la chance di fare poker in Supercoppa, come un tris in Coppa Italia, senza dimenticare la Champions, soltanto accarezzata a Istanbul, e il nuovo Mondiale per club. Con altri due trofei, a prescindere dalla tipologia, Simone diventerebbe l’allenatore più vincente della storia interista. Peraltro, dopo il rinnovo firmato questa estate, non ha solo questa stagione per riuscirci, ma almeno anche il 2025/26…", si legge.
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