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Vittoria col Venezia, vittoria con l'Arsenal. Finora ha avuto ragione Inzaghi che ora può affrontare al meglio la grande sfida col Napoli di domenica sera. Una partita che potrebbe regalargli anche la vetta della classifica.
"C’è stato il turnover, certo, strutturato in funzione del Napoli (stesso discorso per i cambi nella ripresa), e poi quell’assetto mai visto nell’ultima fetta di gara, un 4-5-1 al grido di “Primo non prenderle”. Ma poi c’è anche la cara vecchia sostanza, e quella parla chiaro. Simone e la sua Inter hanno imparato a gestirsi tra Italia ed Europa. Di più, non sono mai partiti così forte in Champions. Il successo di ieri sull’Arsenal si aggiunge a quelli contro Stella Rossa e Young Boys e al pareggio nobile in casa City all’esordio e, in termini di punti, ricalca il cammino dell’anno scorso dopo le prime quattro giornate della fase a gironi. Ma c’è una differenza tutt’altro che secondaria, perché allora Sommer aveva già raccolto un paio di palloni nella propria porta, quest’anno no. Porta serrata, l’unica di tutta la Champions insieme a quella dell’Atalanta. Oltre ai gol non presi, il passo giusto per il nuovo format del torneo. L’Inter guarda le altre italiane dall’alto dei suoi 10 punti, è nel G8 d’Europa e scala pure posizioni. Solo il Liverpool ha fatto meglio con quattro vittorie su quattro", sottolinea La Gazzetta dello Sport.
"E allora si può dire: a Inzaghi è riuscito l’equilibrismo più complicato di tutti, ovvero gestire le risorse guardando alla sfida scudetto con il Napoli di domenica, e domare un Arsenal che nella ripresa si è accampato nell’area nerazzurra senza riuscire a sfondare. Il delitto perfetto del tecnico nerazzurro si è compiuto davanti a 75mila testimoni. L’Inter ha cambiato uomini, ha cambiato anche sistema di gioco e atteggiamento quando gli avversari hanno alzato i giri del motore, ma il piano ha retto alla perfezione", analizza il quotidiano.
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