È la vigilia della prima finale per l'Inter, quella di Coppa Italia contro la Fiorentina: dalla fiducia verso Inzaghi ai cambi di formazione
Tra futuro e campo. Ieri Beppe Marotta ha speso parole importanti nei confronti dell’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi, a due giorni dalla prima finale, quella di Coppa Italia contro la Fiorentina di domani. Ecco quanto evidenziato dal Corriere della Sera:
“Non che ci fossero più dubbi, ma incassare l’ennesima conferma prima di una finale non è male per Simone Inzaghi: «Resterà al 100 % — ribadisce l’a.d. Marotta a Rai Italia —. Non abbiamo mai pensato, nemmeno per un secondo, di sostituirlo. È riuscito a rafforzare la sua posizione grazie anche alle prestazioni della squadra, che sono frutto della sua guida tecnica».
Inter, la prima finale
—
L’allenatore nerazzurro sa però che ora è il momento di passare a un altro tipo di incasso perché come ha detto lui stesso «le finali è bello raggiungerle, ma è più bello vincerle». E considerato l’ostacolo rappresentato dal City in Europa, meglio concentrarsi su questo ultimo atto di Coppa Italia, domani contro la Fiorentina (arbitro Irrati), che sembra passato un po’ in secondo piano, anche se non certo a Firenze dove attendono anche la finale di Conference del 7 giugno con il West Ham, ma ieri erano in duemila, tra cui il sindaco Nardella, ad assistere all’allenamento della squadra di Italiano.
Gli 8 cambi di Inzaghi
—
Quella di domani sarà tutta un’altra Inter e non è una dichiarazione di intenti, ma un dato di fatto: tornano otto titolari, compreso Dzeko in coppia con Lautaro, mentre Lukaku farà ancora l’arma impropria dalla panchina. Un equilibrio, questo, che può non piacere al belga considerato il suo rendimento da aprile, ma che Inzaghi non sembra intenzionato a cambiare anche in vista di Istanbul. Gli equilibri piuttosto possono essere alterati a centrocampo, perché l’assenza di Mkhitaryan porta un dispendio energetico superiore e nel reparto, come si è visto anche a Napoli con l’espulsione di Gagliardini per doppio giallo in 41’ e per l’esibizione timida di Asllani, il turnover dà garanzie fino a un certo punto in quel che resta della volata Champions contro Atalanta e Torino.