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L'Inter è cambiata: da Conte a Inzaghi, da Lukaku a Dzeko, da Hakimi a Dumfries e da Eriksen a Calhanoglu. Ma in difesa gli interpreti sono sempre gli stessi. Skriniar-De Vrij e Bastoni, il muro che ha permesso all'Inter di Conte di proclamarsi campione e sul quale Inzaghi vuole continuare a puntare.
"I tre mescolano le caratteristiche ideali di ogni reparto arretrato: Skriniar è lo stopper puro, il marcatore cattivo; Bastoni si trasforma spesso nel primo regista e innesca le punte; in mezzo, De Vrij è invece un felice mix dei due compagni che ha ai lati. L’olandese che Simone conosce perfettamente dai tempi della Lazio, governa e difende, taglia e cuce. Se il mancino azzurro è fresco di rinnovo al 2024 e lo slovacco ha respinto già nelle scorse stagioni le sirene della Premier, Stefan ha la situazione contrattuale più delicata e non solo perché ha estimatori inglesi: è sotto contratto fino a giugno 2023 e il suo rinnovo è in stand by, mentre il suo agente Mino Raiola (che ha già portato Dumfries a Milano) tratta un prolungamento fino al 2025 con tanto di aumento d’ingaggio da 3,8 a 4,5 milioni netti all’anno", spiega La Gazzetta dello Sport.
"Non va certo sottovalutato neanche Handa, all’ultimo giro di giostra e utile per la saggezza e l’equilibrio che dà all’intero reparto. Rispetto al passato, però, sta nascendo un’Inter filosoficamente differente: il precampionato ha confermato come Inzaghi preferisca mantenere il possesso per più minuti rispetto a Conte, maestro di ripartenze frenetiche e devastanti. In una squadra con un baricentro leggermente più alto, anche i tre difensori potrebbero quindi giocare la palla qualche metro più su. Di certo, continueranno a fare “sistema”: come in passato, verranno usati contro ogni agente atmosferico, contro ogni attacco rivale, contro ogni possibile idea di turnover. Nessuno pensa quindi a separare ciò che il destino ha unito: smontare altri reparti è ammesso, azzardarlo con la difesa sarebbe un peccato mortale", si legge sul quotidiano.
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