Il Corriere della Sera presenta il derby d’Italia di questa sera: ecco l’analisi del quotidiano sul momento dell’Inter di Simone Inzaghi
Il Corriere della Sera presenta il derby d’Italia di questa sera. Ecco l’analisi del quotidiano sul momento dell’Inter di Simone Inzaghi, prima in classifica a +1 sulla Juventus e con una partita - contro l'Atalanta - ancora da recuperare: “Quando ti ricapita di arrivare allo scontro diretto con un punto di vantaggio e una partita da recuperare, una settimana libera da impegni, tre uomini chiave come Barella, Calhanoglu e Dimarco a riposo addirittura da 13 giorni e tutta la rosa a disposizione (Cuadrado a parte)? La Grande Occasione per l’Inter è qui e adesso, sul prato tirato a lucido di San Siro dove ieri pomeriggio i nerazzurri in un clima di primavera anticipata hanno fatto la rifinitura, quasi un mese dopo il finale thrilling contro il Verona, ultima partita in casa. Dopo sono arrivate vittorie molto più convincenti come a Monza, in Arabia per la Supercoppa e a Firenze, pur nella sofferenza finale.
Piacenza non è Livorno, Simone Inzaghi ha ormai affinato anche l’arte di rispondere ai microfoni «nel migliore dei modi» (la sua frase cult, utilizzata ieri almeno una dozzina di volte), senza cadere nelle provocazioni o buttarsi nella mischia dialettica. Ma proprio per questo — e per il fatto che l’allenatore dell’Inter in campionato non parlava prima di una partita in conferenza stampa dal 25 novembre, vigilia di Juve-Inter — le sue parole hanno un peso specifico di cui tener conto: «È una partita importantissima, anche se non decisiva. L’obiettivo è vincere, la pressione c’è per tutti e due e noi sappiamo che abbiamo delle responsabilità, ma bisogna essere orgogliosi di giocare una gara del genere, contro un avversario di cui abbiamo grandissimo rispetto. In stagione loro hanno giocato 6 partite in meno di noi: non fare le Coppe sicuramente è un vantaggio, inutile negarlo e inutile parlarne».
La Champions però è sufficientemente lontana per rendere questa sfida scudetto quasi una rarità, ben diversa dalla sfida di andata che arrivava dopo la sosta delle Nazionali decisiva per l’Europeo e all’inizio di un ciclo molto duro, puntellato di piccoli grandi infortuni: Pavard e Bastoni allo Stadium non erano a disposizione e la trazione posteriore dell’Inter oggi sarà ben diversa, molto più intensa e verticale, per provare a schiacciare la Juventus senza farsi condizionare dalla paura del contropiede. Perché è vero che Inzaghi nelle ultime tre sfide di campionato contro Allegri ha dimostrato di soffrire chi sta chiuso in area ad aspettare il colpo dello scorpione. Però l’antidoto del giro palla vorticoso può essere sufficiente, a patto ovviamente che non ci siano errori individuali come quello di Dumfries che all’andata mandò verso la porta Chiesa.
Inzaghi ha approfittato della squalifica di Barella e Calhanoglu a Firenze, aggiungendo il riposo extra anche per Dimarco al Franchi. Soprattutto il primo, reduce da una finale di Supercoppa giocata tutta a nervi scoperti, ha svolto un lavoro molto intenso la scorsa settimana. Ed è Barella, assieme a Lautaro, che ha la chiave del recupero alto del pallone, specialità in cui l’Inter eccelle (è quella che ha segnato più gol in questo modo) e che è fondamentale per colpire la Juve prima che la sua difesa si riaggiusti.