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Giancarlo Inzaghi, papà del nuovo tecnico dell'Inter Simone, ha concesso una simpatica intervista ai microfoni del Corriere dello Sport. Prima di tutto ha parlato dei suoi riti scaramantici quando giocano le squadre dei suoi figli: «Quando giocano le squadre dei miei figli, niente stadio: mi chiudo nella mia camera, con tutte le tapparelle abbassate, la tv ad alto volume e mia moglie va in un’altra stanza. Non sono proprio un lord inglese: tendo ad arrabbiarmi e non mi sta bene niente. Dal lunedì al venerdì zero sigarette, mentre nel week end ne fumo un pacchetto e durante la partita mi bevo... un nocino».
Visti i risultati ottenuti in queste stagioni da Simone alla Lazio, il “rituale” funziona.
«Ha vinto tre trofei, ha riportato la squadra agli ottavi di Champions, ha valorizzato tanti giocatori e ha vissuto un’avventura importante. Un altro al suo posto magari sarebbe rimasto 30 anni visto quanto lo stimavano e gli volevano bene, ma lui aveva voglia di mettersi alla prova con una realtà ancora più importante».
«Sono contentissimo perché ha trovato una grande squadra e una grande società. Per Simone è stato un passo molto importante dopo 22 anni vissuti a Roma, ma l’Inter è... l’Inter. Ha fatto bene ad andare incontro a una nuova bellissima sfida della quale sono convinto sarà all’altezza».
Le è piaciuta la lettera che ha scritto sul Corriere dello Sport-Stadio per salutare i tifosi della Lazio?
«L’ho trovata bellissima e mi sono arrivati quattrocento whatsapp e messaggi di tifosi. Ha pensato tanto a come buttarla giù e ha dimostrato notevole sensibilità. Credo che a Roma abbia lasciato un bel ricordo».
Simone arriva all’Inter nel momento giusto della sua carriera?
«Raccoglierà l’eredità di un allenatore bravo come Conte che ha vinto lo scudetto, ma in Europa non ha fatto bene. Avrà una panchina più lunga rispetto a quella che aveva alla Lazio e, state certi, darà tutto se stesso per dimostrare ciò che vale. Io mio figlio lo conosco bene: adesso è in vacanza con la famiglia, ma già da qualche giorno pensa a come far giocare la sua squadra».
«No, per l’amor di Dio... (ride) Vediamo che mercato ci sarà perché leggo che tanti club hanno prima bisogno di vendere e poi di comprare. Per parlare di obiettivi meglio aspettare inizio settembre. In ritiro con la Lazio due anni fa dissi che quella squadra ne avrebbe fatte tribolare tante e fu così, almeno fino allo stop per Covid. Magari in questa stagione andrà a finire ancora meglio... Speriamo».
Da padre, se dovesse descrivere Simone come allenatore che parole userebbe?
«È uno che sa sorridere e ha buoni rapporti con i suoi giocatori, ma se si arrabbia nello spogliatoio fa tremare i tavoli. Ha carattere, voglia di lavorare, ambizione e uno staff di collaboratori preparati. All’Inter troverà professionisti altrettanto seri e un centro tecnico, la Pinetina, che gli ha fatto un’impressione incredibile».
Dopo aver aiutato Immobile a vincere la classifica dei cannonieri e la Scarpa d’Oro, farà lo stesso con Lukaku?
«So che ha parlato con Lukaku e che lo stima tanto come attaccante. Secondo me Simone ci proverà...».
Chiudiamo con Filippo e la sua scelta di andare al Brescia?
«Ha detto di sì perché Cellino lo voleva a tutti i costi e perché i programmi sono interessanti. Il Brescia adesso ha un tecnico che dalle 9 del mattino alla notte studia gli avversari e i suoi giocatori. Filippo è un maniaco del calcio e gli auguro nel 2022-23 di sfidare di nuovo Simone in Serie A».
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