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"Sono forse passati i giorni più lunghi, intensi e controversi dell’Inzaghi allenatore: con una vittoria tanto sofferta, quanto nobile e dolce, Simone è uscito dall’angolo buio in cui si era cacciato. La luce non è poi così distante se la cerchi e il tecnico interista lo ha capito ieri". Apre così l'articolo de La Gazzetta dello Sport in merito alle parole di Simone Inzaghi dopo la vittoria sul Barcellona. "Fino a ieri nelle orecchie di Simone non hanno pesato tanto le voci su possibili esoneri, gli ultimatum che giravano e quel senso di sfiducia attorno, quanto il fatto che l’Inter sembrava non reagire ai suoi impulsi. Ebbene, con quella palla radente calciata da Calha, regista per una sera per sua ottima intuizione, e con 100’ di mostruosa applicazione difensiva, Inzaghi si è come risvegliato da un lungo sonno. Ha tirato fuori la testa dall’acqua e, riaprendo gli occhi, ha ritrovato ciò che più gli mancava: l’Inter. La sua Inter. Una creatura strana, indecifrabile, pazza per definizione", commenta poi il quotidiano.
"Non è stata la bellezza, però, a riportarlo a galla, ma l’umiltà, che spesso era mancata nell’ultimo periodo: non si era vista nelle dichiarazioni mirabolanti prima delle partite e in campo nella strana isteria collettiva che aveva portato i nerazzurri a non capirsi, a urlarsi addosso e a sbracciare oltre il consentito. Niente di tutto ciò si è visto ieri perché la squadra è tornata ad essere un blocco di granito, un corpo unico in difesa della linea del Piave: chi mulinava le mani, lo faceva solo per incoraggiare il compagno e non per mandarlo a quel paese. E l’umiltà ha ritrovato la sua naturale dimora anche nelle parole di Simone a fine partita", analizza La Gazzetta.
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