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L'Inter vince il derby di Champions League contro il Milan e fa un piccolo passo verso la finale di Istanbul: Inzaghi prepara il match in maniera perfetta, Dzeko e Mkhitaryan mettono il sigillo sulla semifinale di andata. La Gazzetta dello Sport sottolinea i meriti del tecnico nerazzurro: "Simone Inzaghi ha passato mesi e mesi a rimuginare sullo scudetto perduto: il pensiero, umanissimo, era conficcato nella testa e nel cuore, ma ieri forse il tecnico interista ha estratto dolcemente la freccia una volta per tutte. Si è preso una rivincita gigantesca, forse impensabile perché arrivata un attimo prima della finale di Champions: potrebbe cambiare il senso stesso della rivalità tra lui e il Diavolo, ormai ex campione di Italia. Tra lui e Stefano Pioli, ieri battuto nella partita a scacchi sin dalla prima mossa.
Inzaghi ha presentato un battaglione da combattimento, una squadra col sangue agli occhi e superiore dal punto di vista fisico: è come se i suoi abbiano preso il volo al momento opportuno. Dopo aver annaspato per mesi e complicato con 11 k.o. la classifica della A, sono usciti dall'acqua giusto in tempo per raddrizzare la corsa in campionato e volare ancora più su in Europa. Nella buona e nella cattiva sorte, molto è stato ed è merito dell'allenatore, che ieri ha toccato la vetta più alta della carriera e lanciato un messaggio indiretto pure ai colleghi Ancelotti e Guardiola".
"Certo, il rimpianto del vecchio scudetto perso e i saliscendi in campionato in questa stramba stagione, ma nelle coppe il cammino di Simone è stato sempre saldo, a tratto eroico. La finale di Coppa in Italia è un primo nobile traguardo, ma è in Champions che l'Inter ha strabiliato e continua a strabiliare. Già scavallare l'ostacolo di un girone con Barça e Bayern sapeva di impresa, ma adesso il tecnico vede davvero il profilo sinuoso di Istanbul, ponte tra Oriente e Occidente. La città sede della finale del 10 giugno sta in mezzo tra lui e il presidente Zhang, suo amico cinese e sponsor principale anche nelle giornate più difficili ad Appiano. Per arrivare lì e affrontare alla pari o Carletto o Pep serve ancora l'altra metà dell'opera, e lo stesso allenatore nerazzurro per il momento non può che tenere i piedi piantati con il cemento al suolo di San Siro. [...] Chissà se sia vero, se d'estate immaginava di stare sul serio a queste altezze europee, ma Simone quel sogno potrà nutrirlo sul serio. Può andare oltre perché vincere la Coppa non è impossibile: stare accanto al mago Herrera e Mourinho è il nuovo obiettivo".
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