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Inter, il gruppo ha già ingranato e mancano alcune frecce. E Inzaghi ha un trucco vincente

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La convincente prestazione contro l'Atalanta ha spazzato via ogni dubbio sulla pancia piena dell'Inter che vuole ancora vincere
Andrea Della Sala Redattore 

È un'Inter sempre più convinta dei propri mezzi. Dopo un breve rodaggio, contro l'Atalanta si è rivista la solita grande squadra che domina per gioco e per risultati. Inzaghi ha un gruppo consolidato, un gioco che dà sicurezza, deve mantenere alta la tensione.

"L’Inter ha rimesso la testa a posto. Qui c’è una squadra che la scorsa stagione è stata lassù, in classifica, per 37 giornate su 38. E che adesso, al terzo chilometro di questa nuova maratona, s’è rimessa a comandare il gruppo. Lì dove sente di poter stare. Si muove comoda, in testa, l’Inter. Non sente la pressione, anzi: è proprio tirando il gruppo che pensa di scaricarla sugli altri, la pressione. L’ultimo turno di campionato - tra il dominio contro l’Atalanta e le difficoltà invece registrate dalla Juventus - ha rinforzato una convinzione forte e viva in tutto il mondo Inter: nessuno è forte come noi. Che può essere anche tradotta in altro modo: se facciamo il nostro, se non abbassiamo il livello, nessuno riuscirà a starci dietro. Neppure la Juventus, perché è inutile girarci intorno: è proprio la squadra di Thiago Motta la rivale più accreditata per lo scudetto. Dopo tre giornate l’Inter ha già fatto vedere che la seconda stella è fonte di ispirazione, non causa di pancia piena. Ora si tratta “solo” di allungare. Allungare la magia, allungare lo sguardo fino alla nona giornata, lo scontro diretto con la Juventus, la voglia di arrivarci con le cose già messe in chiaro, magari con qualche punto di vantaggio", scrive La Gazzetta dello Sport.


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L’Inter è una società che dal 2021, l’anno dello scudetto vinto con Antonio Conte, non ha più smesso di alzare trofei. È dentro un ciclo vincente, con un gruppo storico di calciatori che è cresciuto e che aiuta ogni anno l’inserimento di nuovi giocatori. Fin dal giorno del suo arrivo in nerazzurro, l’attuale presidente Beppe Marotta sottolineò l’esigenza di creare un nucleo di giocatori che sapesse trasmettere l’idea di gruppo e di famiglia, la mentalità vincente. Detto e fatto. E ora si raccolgono i frutti. È un vantaggio sensibile, è uno status che nessun’altra squadra di vertice possiede. Ed è un qualcosa che pesa, in termini di approccio alle partite e di gestione della pressione d’alta quota. La scorsa stagione l’Inter si è laureata, da questo punto di vista: ha dichiarato fin dal primo giorno l’obiettivo seconda stella, ha resistito in testa e ha vinto per distacco. Ecco: prendere il largo subito, accumulare un vantaggio sulla Juventus ancor prima dello scontro diretto, sarebbe un colpo basso al morale degli avversari.

Il secondo motivo è legato ai margini di miglioramento dell’Inter. Inzaghi non ha ancora portato il motore a pieni giri. Non è un discorso che vale solo per gli avversari, ovvero per la Juventus che non ha ancora inserito i nuovi. L’Inter non ha mai neppure visto Zielinski, ancora a minuti zero. Ha avuto un Lautaro neppure al 50% della sua migliore espressione, sul piano fisico e a maggior ragione su quello realizzativo. E lo stesso Taremi, che pure ha già mostrato parte del suo potenziale, è pronto a dare il suo contributo in termini di gol. Come a dire: c’è ancora materiale da utilizzare al meglio per un nuovo decollo.

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"Il terzo motivo è un trucco vincente di Inzaghi. L’Inter è solo apparentemente sempre uguale a se stessa. Perché dentro un impianto tattico ormai stabilito, il tecnico riesce a trovare ogni anno i ritocchi giusti. Magari sono solo piccoli accorgimenti in campo, sulle posizioni dei protagonisti. Ma hanno un duplice scopo. Il primo: disorientare gli avversari, sorprenderli. Il secondo, il più importante: stimolare i suoi giocatori alla ricerca di nuove soluzioni, senza restare impantanati in canovacci già portati in scena. È come se il file venisse sempre aggiornato. E aggiornato bene", chiude Gazzetta.

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