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Il cammino in campionato dell'Inter ha avuto troppi alti e bassi e troppi scivoloni. Per questo ora i nerazzurri non possono permettersi altri stop, anche perché la corsa alla qualificazione alla prossima Champions si fa dura.
"Sette sconfitte in venticinque partite sono troppe per chi è partito con ben altre aspettative. L’Inter partiva in prima fila nella corsa al titolo, ma troppe cose non hanno funzionato. D’accordo, gli infortuni potrebbero aver condizionato l’andamento, ma fanno parte del gioco e hanno colpito anche le avversarie nella maratona scudetto. L’Inter oggi è quindici punti dalla vetta e alla vigilia dell’ultima giornata era scivolata a -18: un’enormità che non si può spiegare soltanto con il cammino straordinario del Napoli di Spalletti.
Perché la notte del 4 gennaio, nello scontro diretto alla ripresa del campionato, l’Inter aveva dimostrato di essere all’altezza del Napoli e forse di avere anche qualcosa in più. Si era riportata a meno otto, lasciando presagire a un girone di ritorno avvincente. E invece in due mesi la squadra è scivolata lontana dalla vetta, perdendo punti contro Monza e Sampdoria (due pareggi) e crollando in casa con l’Empoli e nella ormai fatal Bologna. Rendimento insufficiente e atteggiamento non all’altezza dell’Inter: così si è arrivata a vedere nella qualificazione ai quarti di Champions l’obiettivo minimo per salvare la stagione", spiega La Gazzetta della Sport.
"Di buono c’è che la squadra, nelle notti decisive, ha sempre risposto presente. Ed è quello che adesso l’ambiente si aspetta per queste prossime due partite. Anche Inzaghi si aspetta a La Spezia delle conferme, dopo la prova convincente contro il Lecce. Intanto, bisogna vincere le prossime due partite. Unica via per tenersi ancora l’Inter", aggiunge il quotidiano.
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