In semifinale l'Italia affronterà la Spagna. La Nazionale di Luis Enrique è in ricostruzione dopo aver dominato e vinto tutto negli ultimi anni. Ora però gli azzurri stanno facendo vedere il miglior calcio all'Europeo e possono essere gli eredi di quella Spagna che illuminava per gioco e vittorie.
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Italia erede della Spagna? Jorginho-Busquets, Verratti-Xabi, ma non avevano Barella
L'Italia è la squadra che sta giocando meglio in questo Europeo e può raccogliere l'eredità della Spagna che ha vinto tanto
"Nessuno all’Europeo ha giocato meglio degli azzurri, nessuno ha vinto cinque partite (su cinque) come gli azzurri. Nessuno ha il nostro centrocampo: Jorginho, Barella, Verratti, Insigne che di fatto è trequartista, e Locatelli e Pessina quasi titolari. Uno spettacolo di gioco e risultati che ci avvicina simbolicamente, e ideologicamente, alla grande Spagna di Aragones e Del Bosque, i due c.t. che hanno sollevato le coppe. La chiave di quelle nazionali invincibili era il centrocampo. A tre, a quattro, dipende dal periodi, con interpreti che combinavano le loro doti diverse e complementari. Iniesta (il più offensivo) e Xavi presenti nelle tre finali, Busquets, Xabi Alonso, Fabregas, David Silva e Senna ad alternarsi negli altri ruoli. Tutti interpreti da Oscar della manovra di Guardiola trasportata in nazionale", spiega La Gazzetta dello Sport.
"Confrontare quei miti con gli azzurri di Mancini è un gioco che va preso, appunto, come un gioco. Però non si può negare che il ruolo disegnato da Mancini per Insigne sia quello di Iniesta: un trequartista che partiva da sinistra, teorica terza punta, per inventare calcio, dribbling, tunnel. Obbligatorio invece il confronto Busquets-Jorginho, gli indispensabili, il perno tattico attorno al quale tutto gira. In mezzo, play frenetico e moderno, il Verratti azzurro, più che nel Psg una via di mezzo tra Xabi Alonso e Xavi: gente che teneva palla quanto gli altri dieci compagni e creava trame eleganti. Non c’era un Barella, un incursore-marcatore: il meno lontano sembra Fabregas quando giocava in verticale, da mezzala d’inserimento veloce, grazie anche all’apprendistato in Inghilterra", sottolinea il quotidiano.
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