La Nazionale che si ritrova a Coverciano è composta dagli stessi volti deludente avventura agli Europei. Nessun cambio drastico: Spalletti rimane in panchina, Buffon assume un ruolo sempre più rilevante e Gravina continua a presiedere la Federazione, in attesa di chiarimenti riguardo le prossime elezioni. Sarebbe stato opportuno introdurre qualche novità per dare un segnale di cambiamento, ma non è accaduto. Le aspettative di una rivoluzione nei convocati sono state deluse: Spalletti ha mantenuto la continuità, con pochi volti nuovi tra i selezionati.
I nuovi arrivati sono solo due: Okoli, un difensore di destra recentemente trasferito dall'Atalanta al Leicester dopo una stagione in prestito al Frosinone, e Brescianini, che ha seguito il percorso inverso, passando dal Frosinone all’Atalanta. Un’altra notizia rilevante è il ritorno di Tonali: appena finita la squalifica per scommesse, viene subito richiamato in squadra, insieme a Fagioli, suscitando non poche critiche. Tornano anche Kean, reduce da una buona prestazione con la Fiorentina, e Udogie, che aveva saltato la convocazione di giugno a causa di un infortunio.
Una novità significativa è la decisione di Spalletti di limitare la lista dei convocati a soli 23 giocatori. Una scelta inusuale, ma che sembra essere la giusta strategia per lavorare in modo più efficace. Due partite di Nations League non richiedono una rosa sovradimensionata, e l'allenatore sembra aver capito presto che è meglio concentrarsi su un gruppo ristretto.
Con 23 giocatori, Spalletti può lavorare su coppie di giocatori per ogni posizione e focalizzarsi su uno schema tattico ben preciso, il 3-4-2-1, che al momento sembra essere il più adatto per l’Italia. L’obiettivo è chiaro: definire uno stile di gioco coerente con le caratteristiche dei giocatori a disposizione e prendere decisioni nette, come separare coppie di giocatori che non funzionano bene insieme, per esempio Bastoni e Calafiori.
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