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L’Italia non andrà ai prossimi Mondiali. È di ieri la clamorosa eliminazione contro la Nord Macedonia dopo la sconfitta di Palermo per 1-0. La Gazzetta dello Sport parla così del futuro della panchina della Nazionale dopo il ko di ieri: “Il commissario tecnico Mancini ha il suo destino in mano, nel senso che difficilmente la Figc non asseconderà la sua decisione, qualunque essa sarà: se vedrà le condizioni per proseguire il discorso avviato e sceglierà di restare, il contratto rinnovato quasi un anno fa fino al 2026 (non casualmente, la data del prossimo Mondiale) gli consentirà di lavorare per aprire un nuovo ciclo. Se invece il c.t. considererà chiuso il suo mandato, rinunciando all’incarico, Gravina aprirà, suo malgrado, la ricerca di un successore. E la Figc avrà tre strade davanti, per disegnare il futuro.
Un c.t. “fatto in casa”: la più accreditata porta a Fabio Cannavaro, con Lippi d.t. come da antico progetto. Non è un tecnico federale, ma in pochi come lui (136 presenze e più di 13 anni di Nazionale alle spalle) si identificano con l’azzurro e si sente pronto ad una carriera diversa, dopo l’esperienza maturata in Cina. Un tecnico esperto, un «padre della patria» che inizi a lavorare, come aveva fatto Mancini, sulle macerie di un fallimento: la suggestione potrebbe essere Ancelotti, se fosse disposto a considerare chiuso il suo rapporto con il Real e la panchina della Nazionale come unica esperienza mancante al suo curriculum. Un tecnico «giochista» come Mancini, un educatore allo stesso tipo di calcio, per dare comunque continuità al lavoro iniziato quattro anni fa. Che ieri ha ricevuto un duro colpo, ma non è stato sconfessato, al di là del risultato. E che comunque deve restare un patrimonio della Nazionale, per non dover ricominciare proprio tutto da capo”, si legge sul quotidiano.
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