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Italia, Veltroni: “Centrocampo più forte della storia, difesa top. Ma contro Lukaku…”

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Nel corso dell'editoriale su La Gazzetta dello Sport, Walter Veltroni ha detto la sua sull'Italia agli Europei

Matteo Pifferi

Nel corso dell'editoriale su La Gazzetta dello Sport, Walter Veltroni ha detto la sua sull'Italia agli Europei:

"Il record di imbattibilità di una porta non è mai merito solo del portiere. Viene, per il Guinness sportivo, giustamente ascritto al numero uno di turno, ma nessuno - più di quello che viene poeticamente definito “l’estremo difensore” - sa che il clean sheet di ciascuna partita è il prodotto di un sistema complesso che chiama in causa, sempre, l’intero collettivo. Così quello che oggi viene definito il possibile record di Donnarumma, che non subisce gol da ottobre scorso, è in realtà il prodotto di una intera squadra che sa difendere con molti uomini e così fa anche attaccando. Per il calcio italiano la forza della difesa, come argine all’attacco altrui e impostazione del proprio, è essenziale. Non ricordo grandi nazionali senza coriacei reparti difensivi".

"Fu così con il blocco della grande Inter alla quale solo saltuariamente veniva riconosciuto il ruolo che gli spettava a quel gigantesco regista difensivo che si chiamava Armando Picchi. Con Burgnich e Facchetti a presidiare le fasce, l’uno con compiti di marcatura e l’altro libero di volare - primo terzino moderno - sulla fascia, l’Italia vinse l’Europeo del 1968 e arrivò in finale ai mondiali messicani. Nelle grandi formazioni del 1978 e 1982 il blocco della Juve con Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea integrato da Bellugi in Argentina e da Collovati o Bergomi in Spagna fece moltissimo, impedendo a Maradona, Zico, Rummenigge e Boniek di esplodere la loro potenza calcistica. Ancora nel 2006 la imperforabilità, in quel caso, di un blocco centrale composto da Cannavaro, Nesta, Materazzi fu decisiva per la vittoria finale."

"Una buona difesa sa spezzare il gioco altrui e impostare tempi e spazi della ripartenza, centralmente o sulle fasce. È quello che abbiamo visto fare a Spinazzola con una leggerezza che riportava ai tempi di Cabrini, o, sulla destra, a Florenzi e Di Lorenzo, giocatore del quale non sono emerse tutte le potenzialità. E, in mezzo, i lanci di Bonucci o gli affondi di Cocoon Chiellini hanno fin qui garantito l’uso intensivo delle palle conquistate dalla retroguardia".

"Ma una difesa soffre, non bisogna dimenticarlo mai, se il centrocampo non filtra e non copre. Si può dire che è lì, in mezzo al campo e usufruendo della capacità delle punte di impedire la reimpostazione del gioco agli avversari, che comincia la vera difesa di una squadra. Senza una grande difesa non c’è grande squadra, mai. L’epopea del Brasile del 1982 - Zico, Falcao, Socrates - o quella dell’Olanda di Crujff indebolite da difese stravaganti stanno lì a dimostrarlo".

"Il ciclo delle vittorie dell’Inter degli anni Sessanta e della Juve targata Bbc, come quello del Milan di Baresi e Maldini, ci raccontano della necessità di avere sempre, dietro i centrocampisti, giocatori con polmoni e tecnica sulle fasce e con velocità, forza e lancio in mezzo. La difesa dell’Italia di Mancini ha dimostrato fin qui di avere queste doti, sorretta da uno dei reparti di centrocampo più forti e meglio assortiti della storia azzurra.".

"Ma Lukaku non è Moore e Mbappé non è Yilmaz, con sincero rispetto. Nel primo caso avremo bisogno del cervello, dell’anticipo e della forza fisica di Cocoon Chiellini che con l’Austria potrebbe essere ben sostituito da Acerbi per averlo, se del caso, nella eventuale battaglia con il più forte e il più simpatico attaccante di questi europei, Romelu Lukaku".

"I record, compreso quello della porta inviolata, contano perché testimoniano la qualità di un gioco complessivo. Teniamocelo stretto, anche questo obiettivo. Non sarà facile raggiungerlo, ma stavolta è possibile".

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