Tra le pagine dell'edizione odierna del Corriere dello Sport, Xavier Jacobelli, giornalista, ha analizzato così la vittoria dell'Inter sulla Juventus in Coppa Italia: "Inzaghi, che di Coppe e Supercoppe tricolori è specialista assoluto, avendo vinto sei finali su sette, ha apposto un altro sigillo di qualità sulla sua stagione. E meno male che da settembre, a partite alterne, sputando sentenze intrise di superficiale faciloneria, c’era chi sosteneva non fosse adatto a guidare la Beneamata, alla cui guida ha vinto una Coppa Italia, due Supercoppe di Lega la seconda delle quali soltanto tre mesi fa e, dopo tredici anni, ha riportato l’Inter in semifinale di Champions.
ultimora
Jacobelli: “Inter, Inzaghi specialista assoluto di coppe. Juve regolata in scioltezza”
Otto giorni dopo la rissa di Torino, la partita è scivolata via in un apprezzato clima di correttezza generale. Non è stata bella, ma, almeno, non è stata bulla. Lukaku è subentrato dopo un’ora, dando il cambio a Dzeko, la cui sagacia tattica ancora una volta si è rivelata preziosa negli equilibri offensivi interisti. E tuttavia è stato il terzino Federico Dimarco, nerazzurro sino al midollo, ad apporre la sua firma in calce alla qualificazione, premio meritato al giocatore protagonista di una brillante stagione. L’Inter si è rivelata subito baldanzosa, scaldando i muscoli con la palla gol che né Lautaro né Dzeko hanno sfruttato. Erano trascorsi soltanto tre minuti dal calcio d’inizio. Ne sono passati altri dodici e Dimarco, tenuto in gioco da Kostic, ha colpito su assist di Barella formato campionato europeo 2021.
LEGGI ANCHE
Proprio il centrocampo imperniato sull’ex cagliaritano, Mkhitaryan e Calhanoglu ha menato le danze, forte di sincronismi sconosciuti a Miretti, Locatelli e Rabiot. Se non ci fosse stata un’altra, grande parata di Perin su Mkhitaryan, l’Inter avrebbe raddoppiato a meno di venti minuti dalla fine. Il portiere ha tenuto a galla la Juve, epperò non è bastato per riequilibrare il risultato. L’Inter ha regolato i conti in scioltezza, permettendo a Inzaghi di operare i cambi che voleva per ottimizzare gli sforzi, come richiede un calendario senza respiro. Rimane tale anche per la Juve, alla quale resta l’Europa League per andare in Champions senza passare dalla fine di un campionato su cui pende l’invisibile spada di Damocle della giustizia sportiva. Ma, qualunque cosa accadrà fuori dal campo, questa non è, non può essere la Juve".
© RIPRODUZIONE RISERVATA