Oltre a parlare di Inter e delle ambizioni di Zhang Jindong per il club nerazzurro, Cosmin Olaroiu, allenatore dello Jiangsu, a La Gazzetta dello Sport ha parlato anche di altro: da Fabio Capello, che lo ha preceduto sulla panchina del club cinese, a Yonghong Li, connazionale di Zhang e proprietario del Milan:
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Jiangsu, parla il tecnico: “Yonghong Li? In Cina nessuno lo conosce. Capello? Il problema è…”
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CAPELLO - "Ero andato a studiarlo quando allenava la Juve. A quei tempi in bianconero c’era anche il mio amico Mutu. Il problema è che guidare una squadra in Cina non è semplice. E non è detto che un top manager funzioni. Devi resettare tutto, devi essere consapevole che non troverai giocatori pronti tecnicamente e tatticamente. Il mio lavoro è stato più che altro psicologico. Non capivo perché, ad esempio, il primo pallone toccato veniva lanciato alto in avanti. La risposta dei giocatori è stata: “Mister, non abbiamo qualità per fare possesso palla”. Ho risposto: “E chi lo ha detto? E comunque allora lavoriamo sulla qualità”. I calciatori cinesi, anche i più bravi, devono combattere le loro insicurezze. Però sono atleti incredibili. Vuole un esempio? Uno dei giovani della mia squadra ha dati cardiaci che non ho mai trovato da quando sono nel calcio. Potrebbe correre senza mai fermarsi per novanta minuti. E anche oltre".
YONGHONG LI - "Cosa si sa di lui in Cina? Niente. Del Milan sanno tutto mio figlio Antonio e mia moglie Claudia. Sono tifosissimi dei rossoneri da quando c’era Ancelotti in panchina e Kakà in campo. Carlo è una persona fantastica. L’ho conosciuto. Mio figlio Antonio è molto arrabbiato per il caso Donnarumma".
PALETTA - "Quando sono arrivato non giocava quasi mai. Per i nostri manager era un acquisto sbagliato. Come me è diventato un intoccabile".
(Fonte: la Gazzetta dello Sport)
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