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L'edizione odierna de"La Repubblica" tesse le lodi di Joao Mario, ormai sempre più decisivo per l'Inter, anche da subentrante, come accaduto a Udine e Palermo.
"Gli specialisti delle reti segnate subentrando: da Julio Cruz e Massaro al portoghese dell’Inter determinante a Palermo. L’uomo che guarda, che guarda dalla panchina, non è certo un voyeur. Semmai il suo opposto. Non gli piace lo spettacolo che gli si para davanti, anzi l’esserne escluso gli procura una lancinante frustrazione che è la stessa in chiunque rimanga ai margini di una partita di calcio: loro giocano e si divertono, lui invece è costretto a guardare, chissà con quali speranze di partecipare alla festa. Ma il professionista, quando è tale, sa trasformare lo scorno del panchinaro in un’arma; il non professionista, e ce ne sono anche tra i professionisti, magari è accecato dall’ira e tifa contro la sua squadra, visto che quel giorno ha fatto a meno di lui. L’escluso di valore invece osserva tutto, ascolta il battito della partita, intuisce cosa potrebbe fare se ci fosse lui, e dove colpire se quel noioso dell’allenatore lo mandasse in campo. Joao Mario è un campione d’Europa in carica ed essere escluso, come gli è capitato già quattro volte con Pioli, non gli piace. Ma è un professionista e un giocatore intelligente, lo capisci dallo sguardo e dal modo di stare in campo. Quando subentra non lo fa in modo banale, si vede che in panchina ha osservato la partita, non ha solo covato rabbia. E a Palermo ne ha dato prova, col gol decisivo su cross di Candreva, un inserimento in area a fari spenti di quelli che sono il suo marchio. E anche a Udine, due settimane prima, era entrato per Banega e aveva mosso in qualche modo la partita, fino all’assist per il gol del 2-1 di Perisic".
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