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Joao Mario: “Juve, stai attenta al Porto. Per chi farò il tifo? Da buon portoghese…”

Non ha parlato solo di Inter, Joao Mario, intervistato da Tuttosport

Riccardo Fusato

Non ha parlato solo di Inter, Joao Mario, intervistato da Tuttosport: "Il segreto della Juventus? Per vincere il campionato non c'è bisogno solo di una buona rosa, ma occorre un equilibrio totale fra tutte le componenti del club. Ci vuole stabilità e un progetto chiaro. Forse a noi in questi ultimi mesi è mancata la stabilità, col cambio di proprietà, ma sono sicuro che col passare del tempo anche noi cresceremo sotto questo aspetto. Comunque se la Juve vince da cinque anni, qualcosa di buono l'ha costruito. Agli ottavi di Champions affronterà il Porto. Avversario complicato, basta chiedere alla Roma per una conferma. C'erano squadre più accessibili per la Juve, anche se per quanto fatto vedere finora, i bianconeri sono di un altro livello. La Juventus è chiaramente favorita, ma non sarà facile, specialmente al “Dragão”. Il Porto ha una sua storia in Champions e ha fatto ottime prestazioni nelle ultime edizioni: di certo non avranno problemi legati all’inesperienza. Le insidie? La Juve principalmente deve stare attenta e rimanere concentrata. Mi ricordo che due anni fa incontrò il Benfica nella semifinale di Europa League (24 aprile-1 maggio 2014), pensava di vincere facile per poter poi giocare la finale in casa, a Torino, ma fu eliminata. L'errore da non commettere sarà quello di sottovalutare l'avversario. Pericoli in campo? In questo momento il miglior giocatore del Porto è Andrà Silva: è giovane e segna molto. Poi attenzione a Corona e Brahimi, sono loro che spazzano gli equilibri: con la loro velocità potrebbero creare problemi alla fase difensiva dei bianconeri. C'è una squadra italiana che può ricordare il Porto? Non esistono squadre simili in Italia, principalmente perché parliamo di stili di gioco differenti. Il Porto gioca col 4-3-3 e in Italia lo si usa poco. Forse l'unica squadra che può essere paragonata per il sistema di gioco è il Milan, ma poi attuano il modulo in maniera diversa. Io ex dello Sporting Lisbona tiferò Juventus? La nostra rivalità più forte è con il Benfica, ma anche col Porto non si scherza. Detto questo, però, da buon portoghese tiferò per la squadra del mio paese. Il momento in cui ho alzato la coppa è sicuramente quello che porterò nel mio cuore per sempre. L'immagine del 2016 per me è quella: noi che vinciamo l'Europeo e alziamo il trofeo. Il segreto del nostro successo?

L'averci sempre creduto, anche all'inizio quando le cose non andavano bene. Abbiamo sempre avuto fiducia in noi, pensando di poter arrivare in fondo. Sapevamo che c'erano squadre più forti e che giocavano meglio di noi, ma sapevamo pure che potevamo giocarcela con tutti. Dopo aver eliminato il Galles in semifinale. Lì ci siamo detti: "Possiamo farcela". E ci siamo riusciti nonostante l'infortunio che ci ha tolto Cristiano Ronaldo dopo pochi minuti della finale. Non ci siamo abbattuti, la squadra si è unita ancora di più e siamo arrivati fino in fondo. Vincere l'Europeo era un sogno, mai però avrei pensato fosse possibile realizzarlo conoscendo le difficoltà che avremmo trovato lungo il percorso, anche perché il Portogallo non aveva mai vinto nessun titolo. E' un momento indimenticabile che abbiamo regalato a tutta la nostra gente"

(Tuttosport)

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