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Alla vigilia della sfida contro l'Inter, intervistato da La Gazzetta dello Sport ha parlato l'attaccante del Cagliari Joao Pedro che ha ricordato anche il suo ex compagno Barella:
Nel 2014 sbarca a Cagliari e ora ne è il capitano e l’uomo che, ancora una volta deve aiutare a salvarlo. Otto campionati, cosa ama di Cagliari?
«La gente, l’aria pulita, il maialetto che se la gioca con la mia amata Picanha, casa mia».
Che era quella in cui abitava Davide Astori.
«L’ho saputo dopo. Ma lui l’ho conosciuto. In squadra pensiamo ancora a lui, e ci manca».
A Cagliari lei si è affermato. Come?
«Lavorando. Sono cresciuto fisicamente. Ho messo in casa una mini palestra, sono collegato 24 ore su 24 con Luis, il mio preparatore. Aver fatto tanti ruoli mi aiuta».
E da trequartista è diventato punta. Una intuizione di Rolando Maran nel 2018.
«Sì, una scelta sua. Mi ha spinto e convinto. Io facevo il trequartista e pensavo fosse il mio ruolo. Ho seguito tanto Pavoletti e imparato da lui, soprattutto sul modo di colpire di testa. Ho studiato e imparato».
Riva ha scelto Cagliari, lei ora è capitano. Un bel gesto dopo che in questa lunga storia c’è stata pure la mazzata del doping.
«Ho pensato di non giocare più. Mi ero perso. Mi allenavo a casa da solo e lavoravo per dimostrare la buona fede. C’è stata sempre Ale, ma anche il Cagliari. Quando mi hanno fatto capitano, mi hanno chiamato Di Francesco e il presidente Giulini. Sento una responsabilità enorme. Devo essere il portavoce e sono molto trasparente, pure con i tecnici».
Siete nei guai. Perché?
«È mancata la tranquillità. Dobbiamo trovare l’equilibrio. Ora va meglio. Se ci salviamo, grazie anche al lavoro di Mazzarri, non so per quanto festeggio».
Ma prima può chiamarla la Nazionale italiana. Che pensa?
«È stato un colpo. Non me l’aspettavo. È come fosse nato qualcosa dentro. Tutti voi sapete quanto è forte il mio legame con l’Italia. Quel poco che sono diventato lo devo a questo Paese. Ho trovato Ale e sono nati i miei figli. L’Italia vale il Brasile. Sono già contento che si sia pensato a me. Anche se non dovesse succedere nulla».
Con Barella, che ritrova domani, ne ha mai parlato?
«Non lo sento dall’estate e parlammo di basket, di Nba. Nico è un ragazzo stupendo che si merita tutto».
Lei a Cagliari aveva due amici, Rafael e Farias. Non ci sono più, Ora con chi lega?
«Con Dalbert. Stiamo sempre insieme e, credetemi, è forte davvero».
Joao, dove vede il suo futuro?
«Io vivo il momento. Non penso al domani, ma solo all’oggi».
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