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Jovetic ed Eder affossano l’Udinese. Arrivano i cinesi, Thohir via?

Udinese rimontata davanti ai cinesi: finisce 3-1. In campo neanche un italiano, non era mai successo

Francesco Parrone

La Repubblicanell'edizione odierna fa il punto sulla vittoria dell' Inter sull'Udinese e analizza gli scenari dell'affare tra Thohir-Moratti e il Suning"Inter-Udinese è stata una perfetta serata di calcio italiano, ma del terzo millennio, insomma ai tempi della crisi. In tribuna a rappresentare l’Inter c’era il presidente indonesiano, il suo amministratore delegato, inglese, e di fianco una decina di ospiti cinesi, che tra poco entreranno nel club con quote di minoranza destinate a salire nel tempo: devono esserne in effetti entusiasti, a giudicare dalla partecipazione appassionata che hanno dedicato alle vicende della gara, con gestualità espressioniste e pugni al cielo a ognuno dei tre gol con cui l’Inter ha vinto la partita. In campo, per la prima volta nella storia della serie A, 22 giocatori stranieri su 22.

Era fatale che la partita senza italiani capitasse, perché quest’anno era accaduto cinque volte che una squadra andasse in campo con 11 stranieri, e Inter e Udinese sono da anni le più esterofile del campionato. La gara è di quelle di fine torneo, con le squadre che si allungano spesso, soprattutto l’Inter, in campo con una formazione ancora inedita, e l’Udinese che va in vantaggio con un bellissimo destro volante di Thereau ispirato da Badu a difesa nerazzurra distratta. Faticosa risalita interista grazie ai movimenti di Icardi, che cresce come uomo-squadra e serve l’assist per l’1-1 a Jovetic, poi ripresa di assalti dell’Inter e Udinese chiusa ma pericolosa in contropiede, fino al gol di Jovetic al 30’: assist di Biabiany, cross sporcato da un flebile Karnezis e tocco di petto di Jo-Jo per il 2-1, prima dei tremori finali, con Handanovic che salva su Zapata al 94’, Hallfredsson che divora il 2-2 sulla respinta e sul contropiede Eder firma il 3-1, suo primo gol all’Inter, sospirone, quarto posto quasi blindato e brindisi finale pieno di bollicine dei cinesi in tribuna.

La giornata del resto è stata caratterizzata ancora dalla presenza degli uomini del gruppo Suning, cui Thohir ha fatto gli onori di casa in ogni modo. Al mattino visita per tutti a San Siro, che è piaciuto moltissimo agli uomini di Nanchino e al loro capo, Zhang Jindong, con un paio di sorprese: una scritta di benvenuto in cinese, all’arrivo in garage, poi l’esposizione delle coppe del Triplete 2010 in campo. Poi pranzo all’hotel Gallia con esponenti della Lega calcio, col direttore generale Marco Brunelli in testa, e rappresentanti della Fifa e dell’Uefa: si è parlato anche di come valorizzare il calcio italiano sul mercato asiatico, vecchio e ancora irrisolto problema.

Quanto alla trattativa per l’ingresso di Suning nel club, si parla di una quota tra il 20 e il 30%, che fatalmente salirà nei prossimi mesi fino all’uscita, nonostante le smentite, di Erick Thohir. Suning effettuerà un aumento di capitale dedicato, perché poi l’obiettivo di tutta la storia è ottenere denaro fresco da poter immettere nell’Inter, visto che né ThohirMoratti sono disposti a esporsi ulteriormente e qui il piatto piange, si fatica a tirar su fondi anche solo per le spese correnti, figuriamoci per il calciomercato. In tutta la vicenda è decisiva la figura di Massimo Moratti, che col suo 29,5% e la possibilità di esercitare il putt a novembre (può obbligare Thohir ad acquistare la sue quote, del valore di almeno 100 milioni) mantiene un alone di mistero e ha l’aria di divertirsi moltissimo. La trattativa va avanti e potrebbe prima o poi fornire la sorpresa che è dietro l’angolo, cioè il ritorno di Moratti e l’uscita di Erick Thohir".

(Fonte: Andrea Sorrentino, La Repubblica 24/04/16)

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