Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex giocatore di Inter e Porto Juary ha parlato della sfida di Champions di domani sera:
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Juary: “Inzaghi non ha ancora trovato la chiave dell’Inter. Con Lautaro al top si può tutto”
«L’arrivo a Milano fu uno dei momenti più belli della mia carriera. Ma anche tra i più brutti. Arrivai in un club straordinario, ma forse, in quel momento, non ero ancora pronto per l’Inter. Fosse successo anni dopo, magari sarebbe stato diverso. Ma non ho rimpianti, nella vita bisogna sempre essere pronti, sia per vincere sia per perdere. Dispiace perché avrei potuto fare molto meglio: i tifosi dell’Inter meritavano di vedere il vero Juary, quello che tutti hanno poi conosciuto e ricordano ancora. All’Inter, però, sarò grato in eterno: ho giocato in una squadra di campioni».
Beh, al Porto si è rifatto con gli interessi: ha vinto la Coppa Campioni, segnando il gol decisivo in finale contro il Bayern.
—«Un momento memorabile, indimenticabile. Quella sera resterà sempre nella storia del calcio e del Porto. Per noi era la prima finale di Coppa Campioni, il Bayern invece era abituato alla pressione di certe partite. All’inizio eravamo intimoriti, poi ci siamo guardati in faccia e abbiamo capito che potevamo fare di più. E ci siamo riusciti».
Inter-Porto è la sua partita: chi ha più da perdere?
—«Sono due squadre diverse, che vivono momenti diversi. All’andata l’Inter è leggermente favorita perché giocherà in casa. Il Porto dovrà contenere e limitare l’avversario, per giocarsi tutto al Dragao, dove diventa fortissimo».
Inzaghi-Conceiçao, amici-nemici: chi può sorprendere?
—«Simone mi piace dai tempi della Lazio. Sa cosa vuole, ha le idee chiare. Ha il suo modo di giocare riconoscibile e ha fame di successo, per questo è molto attento a ogni dettaglio. Ma Sergio è straordinario: è incredibile come riesca ad ottenere il massimo da ogni suo giocatore. Lui è un leader vero e riesce a trasmettere questa sua passione alla squadra. In questo momento, per quello che si è visto tra la Serie A e il campionato portoghese, credo che Conceiçao abbia qualcosa in più».
Tipo?
—«Sergio è abituato a questi confronti europei, partite da dentro o fuori, con una pressione enorme. E in passato ha eliminato squadre molto forti come Roma e Juve, partendo da sfavorito. Sergio ha in mano la squadra, più di Inzaghi. E non voglio attaccare o criticare nessuno. Dico che da quello che si percepisce da fuori, Conceiçao ha trovato un equilibrio totale. Inzaghi, invece, forse non ha ancora trovato al cento per cento la chiave della sua Inter».
Chi sarà decisivo?
—«Il Porto è un collettivo che Conceiçao ha plasmato benissimo. Squadra tosta, coesa, che sa quali sono i suoi punti di forza. E il gruppo è l’arma migliore. Sembra una frase fatta, ma questo punto fa la differenza».
Per l’Inter invece?
—«L’Inter dipende troppo dalla vena dei suoi attaccanti. Se Lautaro sta bene, allora può battere chiunque, altrimenti può fare molta fatica. E a Inzaghi manca ancora il vero Lukaku, quello che dominò la A due anni fa».
Si può fare un pronostico?
—«Difficile, la Champions è un torneo in cui bisogna vivere alla giornata, partita dopo partita. E incide molto il momento di forma. Però auguro a chi passa di arrivare più lontano possibile, perché entrambe hanno grande qualità». Juary ha il cuore diviso a metà: impossibile sbilanciarsi.
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