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CorSera – Juve, organico all’osso: 3 partite con 14 giocatori. Dentro lo spogliatoio c’è chi…

Gianni Pampinella Redattore 
In casa Juve fa ancora male il pareggio subito nei minuti di recupero al Via del Mare

In casa Juve si ripensa ancora alla gara di Lecce. Una gara dove i bianconeri hanno buttato via i tre punti quando mancavano due minuti alla fine dell'incontro. Una Juve destrutturata dalle assenze (nove), tali da azzerare l’attacco (out Vlahovic, Milik, Nico Gonzalez) e levare quei pezzi di ricambio che finiscono per fare la differenza. "Morale: Madama si è giocata tre trasferte in una settimana — Milan, Aston Villa, Lecce — con grossomodo 14 calciatori. Senza perdere, che è qualità (per la situazione) e condanna (per la classifica)", sottolinea il Corriere della Sera.

"Dopodiché, anche il come fa la differenza, e in Salento è stato il peggiore: «Mi arrabbio per il risultato — diceva Thiago Motta nella notte leccese — prendere gol alla fine fa male; e perché potevamo gestirla meglio, situazioni così vanno affrontate in maniera differente». L’happy ending, degli altri, ha fatto perdere la pazienza agli ultrà che, con la squadra sotto lo spicchio ospite, hanno invitato i giocatori a tirare fuori gli attributi".

"Se Thiago mai elenca infortuni, assenze e, quindi, alibi, i pezzi mancanti sono evidenze documentali. Compresa quella di Douglas Luiz, sparito dal prato il 19 ottobre, senza lesioni muscolari ma tormentato da un fastidioso edema, per il quale, da giorni, fa sedute di fisioterapia; com’è pure missing in action Nico Gonzalez, ko dal 2 ottobre, a Lipsia. Ha invece riguadagnato la salute Koopmeiners, ma non ancora la giusta posizione sul campo, dov’è più suggeritore che risolutore. Sul confine dell’emergenza è anche la difesa, avendo già perso (per la stagione) Bremer e Cabal. Così, dallo shopping invernale dovranno arrivare un paio di gendarmi e (forse) una punta. Nell’attesa, dentro lo spogliatoio, c’è anche chi è un po’ preoccupato per la classifica: l’imbattibilità salda la stima, ma il pareggiare spesso deprime l’anima".

(Corriere della Sera)