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La Juve ha salutato la Champions League perdendo a Torino contro l'Ajax. Partita dominata nel gioco, soprattutto nel secondo tempo e qualificazione meritata dagli olandesi. E c'è chi ha cambiato idea tra i giornalisti; Mario Sconcerti aveva in precedenza detto che nel calcio vincono i più forti, dopo l'eliminazione della Juve la pensa diversamente. Ecco il suo parere al Corriere della Sera:
"Comincia una lunga pausa di riflessione su questo risultato che ribalta la stagione. La prima conseguenza è accettare che l’Ajax ha giocato meglio, la seconda è capire perché. La risposta più semplice è che l’Ajax gioca meglio della Juventus, non è migliore in assoluto, ma è più moderno, sa esprimere meglio e con più frequenza un calcio di qualità e velocità. La fase improba del giudizio è che non c’è stata partita. È stato sempre un reagire all’inverso, come quando Emre Can rincorreva De Jong in una marcatura a uomo vecchia di decenni. Ronaldo ha provato a dare un’impronta alla partita in uno dei tre palloni arrivatigli, ma non è bastato. Era una partita segnata dalla logica, l’Ajax giocava semplicemente e con più rispetto, ha quasi dominato una partita mai nata. Credo ci vorrà adesso la maturità di una grande squadra per uscire da questa strana situazione, l’addio a una Champions cercata, invocata, portata per mano dalla piccola crisi involutiva di tutto il calcio europeo. La mia impressione a caldo è che finisca un’epoca. Non per la sconfitta, non è la prima, si compensa con tante vittorie, ma quasi per noia, per sfinimento culturale. La Juve ha perso questa partita contro il suo stesso antibiotico, un calcio collettivo e rapido, quasi sempre a un solo tocco, di qualità corale più che individuale. È la prima volta che è diventata davvero pesante la gestione di Allegri. È probabile non potesse far di più, l’Ajax aveva più classe e gioventù, un mix impressionante di coraggio e spensieratezza responsabile. Ma la Juve non ha solo perso, non è riuscita in due partite nemmeno a far paura all’avversario. C’è un errore collettivo, è molto di più che essere stati eliminati. Sei fuori perché gli ultimi ti hanno spinto ai margini, giocando un calcio che tu non hai nemmeno dimostrato di conoscere. Non c’è stata astuzia nell’Ajax, ricerche di ammonizioni, perdite di tempo, pretattiche. Ha solo e sempre giocato a calcio. Era quasi chiaro dovesse finire così, credo lo sapesse anche Allegri, anche l’ultimo dei giornalisti, ma nessuno ha avuto il coraggio di dirlo. E poi, in fondo, perché dirlo? Ma ora si apre la discussione. Io sento l’odore di una grande stagione finita, di un tempo che diventa troppo anche solo nel giudizio di Allegri. Queste sconfitte, unite a un campionato soffocato, danno così tanti elementi da diventare ingestibili. Era questa la Coppa, questo il destino. Si è arrivati quasi giusti, ma in ritardo sul tempo degli avversari. Conviene a tutti ricominciare da capo".
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