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L’ex Juve Zigoni: “Tifavo Inter ma la rifiutai per un motivo. Conte? Come Heriberto Herrera”

Matteo Pifferi

L'ex bianconero ha parlato a La Gazzetta dello Sport

Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Gianfranco Zigoni, due volte ex Juventus - ha indossato la maglia bianconera in due tranche (1961-64 e 1966-70) e ha vinto lo scudetto nel 1967 - ha parlato così del Derby d'Italia:

«E’ l’unico che ho vinto, quindi ci sono particolarmente affezionato. Io da piccolo ero tifoso dell’Inter perché il mio idolo era Lennart Skoglund. Fargli gol quasi mi provocava un dispiacere».

Nello scontro diretto in quella stagione non ha segnato, però il dispiacere gliel’ha dato bello grosso, facendo gol nell’ultima di A che assegnò lo scudetto.

«Tutto merito di Heriberto Herrera, che fino alla fine ci ha tenuto sulla corda. L’Inter era davanti e noi a un certo punto avevamo mollato, lui continuava a ripeterci che non era ancora finita. Ecco, Conte me lo ricorda: è un bel martello come il nostro Heriberto».

Quale fu la gara della svolta?

«La sfida di ritorno a Torino: vincemmo 1-0, mancavano tre giornate alla fine, loro ne pareggiarono due e poi persero col Mantova, vanificando il tesoretto di punti di vantaggio, mentre noi battemmo la Lazio. Quella era un’Inter fortissima, tecnicamente superiore. Noi eravamo una squadra operaia».

Lei ha giocato con Juventus, Roma, Genoa, Verona, Brescia: all’Inter non l’hanno mai cercata?

«Altroché: nel ‘74 sono stato a un passo dal diventare nerazzurro, e per me sarebbe stato il coronamento di un sogno. Era venuto Giacinto Facchetti a vedermi a Bergamo, dove segnai due gol. Non è successo per colpa mia, che al momento della firma ho detto no: avevo promesso ai tifosi del Verona che li avrei riportati in A, non me la sono sentita di tradirli».

Chi le piace di più dell’attacco di Inter e Juventus?

«Dybala è il mio preferito perché mi ricorda Sivori, che è stato il mio maestro. Tra i nerazzurri scelgo Lautaro Martinez: ha talento e si farà».

Come ha fatto un ribelle come lei a resistere alla Juventus, dove vigono il rigore e il rispetto delle regole?

«Nel calcio di oggi farei fatica, ma a Torino io mi sono sempre sentito libero: i capelli li tagliai per scelta mia, nessuno mi costrinse. Herrera mi controllava chiamando mia cugina la sera, ma io l’avevo istruita bene: gli diceva che stavo dormendo mentre ero a giocare a bocce».

L’Inter con Conte è pronta a riprendersi lo scudetto o vede una Juventus ancora favorita?

«Dopo tanti anni di dominio bianconero mi piacerebbe vincesse qualcun altro. L’Inter è attrezzata per riuscirci».