Un vero e proprio terremoto, quello che nuovamente coinvolto la Juventus. Secondo gli inquirenti, il club bianconero aveva la prassi di distruggere documenti una volta esaurita la loro funzione di garanzia. Scrive la Gazzetta dello Sport:
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“La Juventus distruggeva documenti”. Choc bianconero, e si torna a parlare della carta Ronaldo
Un vero e proprio terremoto, quello che nuovamente coinvolto la Juventus: ecco le ipotesi avanzate dagli inquirenti
DIFFERIMENTO - "Secondo gli inquirenti la Juve avrebbe messo in atto due strategie: con l’accordo di marzo 2020 non ci sarebbe stata una rinuncia a 4 mensilità (come da relazione finanziaria annuale del 30 giugno 2020) ma un differimento di 3 delle 4 rate, indipendentemente dalla ripresa dell’attività sportiva, con “contestuale insorgenza di un debito incondizionato”. Per la stagione successiva ci sarebbero stati accordi di riduzione stipendi (depositate in Lega), accordi di integrazione (depositati in parte) e separate scritture integrative (mai depositate). Alcune di queste scritture integrative erano “a garanzia del pagamento delle integrazioni anche in caso di trasferimento del giocatore”.
DOCUMENTI DISTRUTTI - "Nel decreto si parla anche della prassi di custodire all’esterno della sede Juve documenti riservati destinati alla distruzione una volta esaurita la funzione di garanzia. E qui torna in mente la famosa carta riguardante Cristiano Ronaldo di cui i pm hanno trovato traccia nelle intercettazioni ma non è mai stata ritrovata e che i magistrati pensano sia stata distrutta. Questi documenti sono considerati “corpo di reato” e, oltre alle plusvalenze fittizie sono considerati elementi a supporto di ulteriori condotte di falso in bilancio, “che hanno consentito alla Juve di registrare una riduzione dei costi nei bilanci 2019-20 e 2020-21 omettendo la posizione debitoria”. La Procura ha chiesto inoltre alla Juve altri documenti, tra cui i contratti dei giocatori".
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