- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
ultimora
Getty Images
Ieri sono stati ridati i 15 punti di penalizzazione alla Juventus, ma la questione non è ancora finita. Si aspetta il nuovo processo che stabilirà effettivamente se ci sarà una nuova penalità. La conferma della condanna dei dirigenti preannuncia nuove possibili sanzioni
"Se la penalizzazione è tornata infatti al mittente per una rideterminazione della sanzione, la conferma della condanna di quattro dei dirigenti più importanti incolpati per la giustizia sportiva - Andrea Agnelli, Fabio Paratici, Federico Cherubini e Maurizio Arrivabene - tiene in gioco il pericolo numero 1, l’articolo 4 sulla mancata lealtà. Che resta in gioco e non sparisce come avevano chiesto ripetutamente le difese juventine. Insomma, il Collegio di Garanzia raccoglie l’invito formulato dal procuratore generale dello Sport Ugo Taucer sulla «carenza di valutazione», ma senza far sparire il reato sportivo che è il cuore della decisione del 20 gennaio", riporta La Gazzetta dello Sport.
"E allora, nonostante il terzo posto a due punti dalla Lazio, grazie al rimbalzo della sentenza sulla classifica, le possibilità della Juventus di giocare la Champions League della prossima stagione restano molto ridotte. A meno che la Corte d’Appello, che deciderà con una composizione completamente diversa da quella che ha scelto il meno 15, non ribalti ulteriormente la situazione, un’eventualità che in questo momento appare meno probabile. L’impianto accusatorio disegnato dal procuratore federale Giuseppe Chinè regge alla prova del grado di legittimità, e almeno in parte, succede lo stesso per la sentenza dei giudici di appello".
"Per il Coni si può riaprire solo per un «errore di fatto». Per la Figc anche per la presenza di «un fatto decisivo che non si è potuto conoscere nel presente procedimento, oppure sono sopravvenuti, dopo che la decisione è divenuta inappellabile, fatti nuovi la cui conoscenza avrebbe comportato una diversa pronuncia». I legali juventini hanno attaccato sostenendo che la fonte Coni è “gerarchicamente” superiore. Ma i giudici del Collegio di Garanzia devono aver sposato la linea della Corte d’Appello: il testo Figc rappresenta un’integrazione e non un’alternativa e il codice Figc è stato approvato dallo stesso Coni. L’altro elemento clou delle arringhe era stato quello della mancata corrispondenza fra le contestazioni del deferimento e gli addebiti della condanna, cioè l’essere rinviati a giudizio per una cosa ed essere stati sanzionati per un’altra. Anche questo argomento non deve però aver convinto i giudici, perché la condanna di Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene ha evidentemente superato tutte le osservazioni su possibili violazioni dei diritti della difesa".
"Saranno le motivazioni a dire realmente che cosa ha determinato il verdetto del Collegio di Garanzia. Anche qui, però, c’è una novità. Sta emergendo una tempistica capace di evitare uno scollinamento a fine campionato, e a fine stagione, che avrebbe moltiplicato le tensioni. Si vuole finire tutto almeno sul fronte plusvalenze, e per la giustizia federale prima del gong di fine campionato. Certo, tanto per immaginare due date possibili, un processo il 20 o il 21 maggio in piena volata Champions, attirerebbe tanta tensione. Il calendario però è questo, non ci sono alternative. E se passasse qualche altro giorno sarebbe pure peggio", aggiunge Gazzetta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA