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Keita, parla l’agente: “Attaccato ingiustamente. Lui tiene alla Lazio e…”

Simona Castellano

Altro capitolo della vicenda Keita: ora a parlare e a prendere le difese del giocatore è Roberto Calenda, suo agente.

Altro capitolo della vicenda Keita: ora a parlare e a prendere le difese del giocatore è Roberto Calenda, suo agente.

Queste le sue parole: "Il comportamento dei dirigenti della Lazio è inspiegabile. Invece che tutelare un loro patrimonio ne mettono in discussione la parola scatenando un processo pubblico contro il giocatore. Keita si è fatto male in allenamento. Purtroppo né Peruzzi né i suoi 5 membri dello staff sanitario hanno avuto l'accortezza di accompagnare Il giocatore in clinica dove i medici, terminato l' esame strumentale, gli hanno detto di rimanere a riposo per alcuni giorni visto il leggero trauma distorsivo al ginocchio. Keita potrebbe rientrare in gruppo in settimana per prepararsi alla prossima partita con la Juventus. Il problema è che l'allenatore ha deciso misteriosamente di non proteggere il suo giocatore ma di attaccarlo pubblicamente mettendone in dubbio la parola. In più si è aggiunto l'attacco dell'addetto stampa che invece che cercare di sistemare ha rincarato la dose. Keita non ha disertato nulla - continua l'agente Fifa - visto che non è stato convocato per infortunio e dal momento che non ha saltato alcun allenamento presentandosi regolarmente per fare terapie. Il risultato è: tutti contro Keita, ingiustamente! La realtà invece dice che il calciatore, da professionista qual è, non intende mancare di rispetto a nessuno. Certo non può nemmeno giocare se ha male al ginocchio. In conclusione,per Keita non ci sono trattative in corso. Per cui lui non ha alcun motivo per non giocare. Anzi, vuole scendere in campo perché nonostante la differenza di vedute, lui alla Lazio tiene e anche tanto. Per questo dico che una società dovrebbe aiutare il suo attaccante invece che attaccarlo pubblicamente con il solo scopo di recuperare il sostegno di tifosi delusi e amareggiati ed in continua protesta".