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Jurgen Klinsmanntorna a parlare del suo periodo di permanenza all'Inter e lo fa a Tuttosport. Il 55enne di Goppingen, in nerazzurro dal 1989 al 1992 e oggi allenatore dell'Hertha Berlino, ha rilasciato un'intervista al quotidiano:
Un momento speciale per il tedesco: "Mi ricordo tutto del mio periodo milanese e sono solo cose belle. Da voi ho imparato che la vita è soprattutto un fatto di incontri e legami: sono stato travolto dal modo in cui le persone mi trattavano nei miei anni all’Inter. Quando provavo a parlare italiano, mi tiravano fuori una parola di bocca e costruivano un’intera frase per me - racconta Klinsmann -. Avevano una pazienza incredibile. Ho imparato a prendere le persone come sono, in tre anni quello che ho imparato è rimasto dentro di me e da quel momento sono stato capace di andare ovunque. Una specie di università della vita".
Poi sulla squadra: "Si dice sempre che sia stata l’Inter dei tedeschi, ma non dobbiamo dimenticare che la base di quella squadra era italiana: Bergomi, Berti, Ferri, Serena, Zenga. Tanti campioni che facevano parte di quel gruppo. E questo era emozionante perché ti sentivi più italiano che straniero. Con loro abbiamo condiviso tanti successi. Penso che più che per i giovani sia importante proprio questa connessione: sentirsi bene con le persone con cui lavori tutti i giorni e fare tutto il possibile per rendere felici i tifosi. Quali partite sentivo di più? Juve, Milan e Roma. Ma in realtà in tutte le partite volevamo prevalere. Ci dicevamo: dobbiamo vincere perché noi siamo l’Inter".
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