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Koeman: “Addio Messi? Una bastonata molto forte. Una cosa che fa male e colpisce”

Andrea Della Sala

L'allenatore del Barcellona, Ronald Koeman commenta così, in una intervista a Sport, l'addio del giocatore argentino al club blaugrana

(ANSA) - ROMA, 08 SET - "Una bastonata molto forte. Tutta la pianificazione della stagione è stata fatta su di lui. Anche Leo, dopo quello che è successo la scorsa stagione con il burofax, era super motivato; perdere il migliore del mondo così è una cosa che ti fa male e ti colpisce". L'allenatore del Barcellona, Ronald Koeman commenta così, in una intervista a Sport, l'addio del giocatore argentino al club blaugrana.

"Se ne è andato un simbolo - ha aggiunto - Abbiamo sempre cercato di creare un ambiente e una squadra in cui si sentisse a suo agio. Qui ci sono ragazzi con un grande futuro e si sentiva fiducioso". "Mi considero un uomo del club - ha aggiunto - ho sempre creduto di avere il dovere di aiutare ogni club che ho allenato, cercando di migliorare la squadra senza fare danni.

Certo, quello che sta succedendo al Barça negli ultimi tempi è qualcosa di incredibile. Mi è successo di tutto! Il primo giorno in cui sono arrivato, Messi voleva partire con il famoso burofax; poi la delicata situazione finanziaria del club, la mozione di sfiducia e le dimissioni di Bartomeu e del direttivo. Ci sono stati molti problemi. Non è stato facile".

L'olandese ha sottolineato di aver aiutato il club "favorendo la cessione di Emerson Royal o altri giocatori. Griezmann aveva un ottimo contratto e se fosse andato via avrebbe contribuito a migliorare la situazione finanziaria del club. Che ecco perché ho acconsentito alla sua partenza". Koeman non nasconde la sua volontà di rinnovare il suo contratto con i blaugrana: "Sono entusiasta di essere l'allenatore del Barcellona e vorrei esserlo per molti anni, nonostante i momenti difficili che stiamo attraversando - ha sottolineato - Grazie alle nostre decisioni, la squadra ha tanti giocatori giovani e può guardare al futuro con fiducia. Spero di esserci ancora fra tre, quattro o cinque anni". (ANSA).