Come è strano il calcio. Stiamo parlando della storia recente di Kondogbia e Gagliardini. Il primo, sei mesi fa era sul mercato dopo esser stato pagato 31 milioni (più bonus) dal Monaco e l’altro vagava a fari spenti nella pianura tra Vicenza e Bergamo. Geoffrey Kondogbia e Roberto Gagliardini hanno dimostrato anche domenica contro l’Atalanta i progressi marcati nelle ultime settimane. Centimetri, forza fisica, ritmo di giocate e inserimento. Geoffrey e Roberto sembrano nati per poter giocare insieme. Con buona pace di Marcelo Brozovic che in questo momento appare un gradino indietro e che Stefano Pioli vede più davanti alla difesa che trequartista nel 4-2-3-1. Cosa manca a Kondogbia e Gagliardini? Beh, a essere onesti qualche gol. Perché in due han realizzato due reti - entrambe dell’italiano - e a dir la verità da chi gioca in quella posizione ci si aspetterebbe un apporto maggiore. Ma è Roberto quello più indicato, vista la sua propensione a buttarsi negli spazi e a fiutare dove cascherà il pallone in area. Detto questo l’Inter sembra aver trovato la coppia giusta. Kondogbia ha iniziato a giocare anche in verticale, cominciando quel processo di svezzamento che l’anno passato non era mai scattato. Rimane molto - forse troppo - legato al fatto di essere mancino, ma intanto ha mostrato un miglioramento nella ricerca della profondità. Sabato pomeriggio si giocherà nella Torino granata, proprio nell’unico stadio in cui Kondogbia ha realizzato un gol nerazzurro. Era l’8 novembre 2015 e fu decisivo per vincere. Pioli è molto concreto, però una mano al destino e alle coincidenze potrebbe riceverla con grande serenità.
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Kondogbia e Gagliardini: sono loro l’anima dell’Inter. Anche domenica…
Geoffrey Kondogbia e Roberto Gagliardini hanno dimostrato anche domenica contro l’Atalanta i progressi marcati nelle ultime settimane
(Gazzetta dello Sport)
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