Kalidou Koulibaly ormai è un leader, per il Napoli rappresenta una certezza. Eppure, pensare come tutto sia nato ai tempi di Benitez fa sorridere e colpisce: "Quando Benitez mi ha chiamato gli ho appeso due o tre volte il telefono in faccia. Non ci potevo credere, pensavo fosse un amico che voleva farmi uno scherzo telefonico. Invece Benitez mi ha voluto fortemente: sarei dovuto arrivare già in inverno e invece tutto è saltato. In estate mi ha richiamato ed è tornato alla carica".
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Koulibaly: “Benitez? Gli ho sbattuto il telefono in faccia, non ci credevo. Sul razzismo…”
Kalidou Koulibaly, intervistato da France Football, ha raccontato un retroscena curioso sulle prime chiamate ricevute da Rafa Benitez
Con questa parole, concesse a France Football, Koulibaly ha svelato un retroscena molto curioso. Successivamente, stuzzicato dalle domande su Maradona e sull’episodio di razzismo di cui è stato vittima all’Olimpico, il centrale franco senegalese ha raccontato altre sensazioni: "Complimenti di Maradona? Quando uno come Maradona parla di te in quel modo, è davvero, davvero incredibile. Ha anche chiesto la mia maglia, sono rimasto scioccato. Mi ha anche mandato una foto per ringraziarlo, ero in paradiso. Questo dimostra che tutto è possibile nella vita! Ora non vedo l'ora di incontrarlo. Lui dice che, se fossi bianco, giocherei già nel Barcellona o nel Real Madrid? Penso che il razzismo ci sia in tutto il mondo. Anche se non ne parliamo esiste. Queste parole io le leggo positivamente: se un giorno dovessi giocare per uno di questi club, sarà merito del mio lavoro, dei miei sforzi e nient'altro. Oggi la questione non si pone, perché non voglio. Sono a Napoli e voglio vincere titoli qui. Episodio di razzismo in Lazio-Napoli? E’ stato davvero fastidioso. È triste che la gente paghi il biglietto per venire a gridare contro di me. L’Italia ha una cattiva immagine a causa di queste persone. Alla fine della partita, però, un bambino è venuto da me a chiedermi scusa. Ha detto "mi dispiace per tutto quello che è successo." Gli ho regalato la mia maglia perché ho visto nei suoi occhi e nelle sue parole tutta l'innocenza che aveva, che nonostante la giovane età era contro tutte queste stupidaggini. Non bisogna generalizzare".
(tuttonapoli)
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