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Sta per cominciare la battaglia dei diritti televisivi. E ne parla l'Espresso in edicola da domani, il settimanale ha fatto un'inchiesta proprio su questo: i club della Serie A dovranno decidere se confermare, a partire dal 2016 e fino al 2022, la società Infront Italy come advisor per i diritti tv. Al centro della questione c'è sicuramente Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan e repubblica.it che anticipa quanto scritto nell'inchiesta de l'Espresso definisce 'protagonista interessato' e il quotidiano romano scrive: "L'intermediazione per l'Italia e per l'estero, dove a Infront si affianca la Media Partners&Silva, è infatti affidata ad una serie di manager provenienti dalla Fininvest (Marco Bogarelli, Andrea Locatelli, passati anche da Milan Channel, e Riccardo Silva) che guidano le suddette società, a fianco dei quali lavora Philippe Blatter, figlio del più noto Joseph, presidente della Fifa dal 1998".
La Lega è spaccata in due, da una parte il dirigente rossonero con il presidente Beretta e altri club e dall'altra Inter, Juve, Fiorentina e Roma: la Infront potrebbe garantire 1.800 mln di euro in tutto nei prossimi sei anni una cifra che piace a tutte le società, ma il gruppo capeggiato da Agnelli e da Moratti "sarebbe più propenso a formalizzare un accordo limitato ai prossimi tre anni, sottolineando i rischi che comporta un'intesa di più lungo termine". Se ci dovessero essere cambiamenti economici o tecnologici il patto fino al 2022 non potrebbe essere discusso. Se si considera che nell'Assemblea della Lega non ha peso il numero dei tifosi né i trofei vinti, ma ogni club vale un voto, perché la decisione abbia valore, l'opzione Infront fino al 2022 dovrà essere votata da 14 squadre su 20 "e la vittoria di Galliani appare abbastanza scontata".
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