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L’Inter di Leo, velocità  e punte in movimento

Eva A. Provenzano

Aspettative, dubbi, incertezze. Un cambio di panchina in corsa porta sempre con sè qualche preoccupazione. Leonardo però alla prima non sbaglia. La continuità che serve all’Inter dirà se la sua è la strada giusta, intanto però il gioco...

Aspettative, dubbi, incertezze. Un cambio di panchina in corsa porta sempre con sè qualche preoccupazione. Leonardo però alla prima non sbaglia. La continuità che serve all'Inter dirà se la sua è la strada giusta, intanto però il gioco è cambiato, la sua mano si è vista.

Il rombo di Benitez prevedeva palleggio e manovra lavorata, quello di Leo prevede velocità, contropiede e assist tutti sulla punta centrale, con gli attaccanti a fare scompiglio là davanti, mentre il resto dei compagni di squadra si preoccupano di gestire la palla a due tocchi. Un ritorno al passato.

Se tutti gli occhi erano puntati sul duello tra Milito e Cavani, la vera sfida sella serata di ieri è invece stata quella tra Thiago Motta e Hamsik: l'interista passa sul giocatore napoletano sette volte a tre. E sono proprio loro due gli infiltrati dell'area, tocca a loro inserirsi negli spazi creati dai colleghi. Pure Thiagone, che ci riesce due volte, a fine partita lo dice: "L'intelligenza tattica di Dieguito sta nel creare gli spazi per noi centrocampisti e così ci viene facile arrivare in porta".

Undici tiri da fuori area, uno entra in rete. Tre colpi di testa, due vanno in gol. In questa stagione l'Inter aveva segnato di testa una sola volta contro il Bari. Segnali? Come dice Leonardo: "Viviamocela", poi vedremo.