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Molti dirigenti sono finiti nel mirino dell’Operazione Fuorigioco. La chiave starebbe nelle fatture dei procuratori, che venivano pagati per la loro opera di intermediazione non per la tutela degli interessi dei giocatori. Ciò permetteva ai club di beneficiare di detrazioni fiscali: il calciatore non dichiara le prestazioni accessorie che la società gli avrebbe dovuto riconoscere, ma il club si accolla la spesa dell’intermediazione, omettendo il pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali sul maggior reddito ascrivibile al giocatore. Nel mirino è finito anche Claudio Lotito per le cessioni di Sculli al Genoa e Foggia alla Sampdoria: da due anni il patron della Lazio dichiara di voler liberare il calcio dai procuratori, ma poi fa di tutto per eliminare dall’ultima legge di stabilità il contributo del 15% a carico delle società sulle somme pagate agli agenti. Lotito, tra l’altro, si è servito di Alessandro Moggi. Ora Lotito, invischiato già nell’affaire Zarate-Cruz, rischia una nuova inibizione e, quindi, di perdere la carica di consigliere federale.
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