Ed eccola, finalmente, la versione di Luciano. Adesso è davvero lui, fine della gestazione e della diplomazia: «È un’Inter senza qualità». È stata dura, ma eccoci. Spalletti is back. Ci ha intrattenuto per nove mesi con verità edificanti e ufficiali, ci ha fatto credere che si fidasse sul serio della squadra e che col club ci fosse piena intesa, che la rosa lo soddisfaceva perché «per la Champions vanno bene i giocatori che abbiamo» (dichiarazione di fine mercato invernale), che addirittura gli fossero piaciute quelle vittorie d’autunno, tante, 12 su 15, ma spesso criticabili, strappate a volte perché c’era vento felice, poi diventato bonaccia. Secondo la Repubblica troppe enormità per una persona sola, troppe verità ufficiali senza che dentro qualcosa non ribollisse e chiedesse spazio, alla lunga. Così in una sera di marzo, 9 mesi dopo il suo insediamento e dopo il pareggio col Napoli che in realtà fa guadagnare altro terreno al Milan sull’Inter, Spalletti dice come se la sente. È quasi mezzanotte, e parte la ronda della verità, più che del piacere: «State sempre a parlare della qualità dell’Inter, ma anche io la vorrei vedere…Il Napoli ha qualità, certo. Noi meno. Ormai s’è giocato parecchie partite e l’abbiamo valutata la nostra qualità. Difficile tirarne fuori altra solo con gli allenamenti, o probabilmente non sono capace io. Candreva dice che parlo per spronare i giocatori? Può dire quello che vuole, ma io la penso così. Perché Cancelo a sinistra nella ripresa? Sentite, Cancelo è uno che se gioca a destra dice che deve giocare 10 metri più avanti, se gioca a sinistra dice che vuole giocare a destra… tutti i giocatori sono così, lui di più. Dite che la qualità ce l’avevamo quando vincevamo? Mica giocavamo così bene all’epoca, voi lo dicevate anche, e io ora vi do ragione».