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La Repubblica – Rothschild-Bakrie, insulti su Twitter. C’entra la vicenda Roeslani e…

Si sono insultati su Twitter. E sono volate le scintille. I protagonisti di questa storia, raccontata dal quotidiano La Repubblica, Nat Rothschild, erede della storica dinastia bancaria britannica e i “rampolli della famiglia...

Eva A. Provenzano

Si sono insultati su Twitter. E sono volate le scintille. I protagonisti di questa storia, raccontata dal quotidiano La Repubblica, Nat Rothschild, erede della storica dinastia bancaria britannica e i "rampolli della famiglia indonesiana" dei Bakrie che sono noti in Italia soprattutto perché sono i soci nelle attività editoriali del presidente dell'Inter, Erick Thohir. Le due famiglie hanno firmato la separazione ufficiali, erano soci in tutta una serie di attività che riguardano il carbone e l'esportazione della materia prima in Cina. La società però non ha funzionato per tutta una serie di motivi e sono cominciate le beghe interne che sono sfociate poi nelle accuse mosse a Roeslani, uno dei manager dell'azienda, nonché ex socio di ET nel club nerazzurro che avrebbe fatto sparire diversi milioni dalle casse del gruppo. Chiusa la pratica legale si è passati agli insulti sui social netwotk:

Rothschild: "Grazie per esservi ricomprati una gran montagna di merda che non vale niente",

Aga Bakrie: "Abbiamo riportato in Indonesia le nostre miniere strappandole agli imperialisti. Addio Londra. E' stata un'esperienza amara. Sei uno stupido! ecco cosa la gente pensa di te").

Rothschild: "Tuo padre è un genio, tu sei un cretino"

Aga Bakrie: "Salamat malam Pak Nat" cioé "Complimenti per il divorzio, Nat".

"La partita però non finisce qui. La separazione azionaria è cosa fatta. Ma resta la caccia ai soldi che, secondo Rothschild, sarebbero stati trafugati da Roeslani. In tutto oltre 200 milioni tra stipendi gonfiati, rimborsi spese fantasma e uso improprio del jet aziendale per fini personali. Il banchiere ha chiesto da tempo il congelamento dei suoi beni. E Thohir, non a caso, si è ricomprato la quota dell'amico nel capitale dell'Inter per evitare che finisse congelata dai giudici di Londra", scrive il giornalista Ettore Livini.