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La Serie A guarda in casa per il mercato. Salgono le trattative interne, all’estero…

I club italiani preferiscono investire sul mercato interno. Tendenza contraria negli altri campionati

Andrea Della Sala

In questa finestra di mercato si risconta una tendenza dei club a puntare sui giocatori italiani. In estate gli acquisti italiani più cari erano stato Candreva, Lapadula e Immobile niente a che vedere con le trattative per i vari Gabigol, Milik, Pjaca e Benatia. Oggi le prime della classe hanno deciso di puntare sui talenti di casa nostra, Napoli e Inter hanno investito sui nomi sicuri di Pavoletti e Gagliardini. A favorire gli investimenti sul made in Italy sono norme federali improntate allo sciovinismo: Tavecchio ha imposto da quest’anno l’iscrizione in organico di 8 prodotti dei nostri vivai, la metà fatti in casa. Ed è un fatto che dei 37 calciatori acquistati dalle 20 di serie A a gennaio, 19 siano italiani. Come ricorda Repubblica "Acquistare in Italia consente spesso di comprare senza spendere. Merito della camera di compensazione della Lega, che trova anno per anno il credito che fa “scopa” con il nuovo debito: insomma, spesso si chiude un affare con garanzie bancarie ma senza muovere un solo euro. Anche per questo a gennaio - quando i soldi scarseggiano - nessuno compra da fuori. Dei 96 milioni “spesi” finora, oltre 90 sono circolati nel mercato italiano, tra serie A e serie B. Per far acquisti in Europa servono fideiussioni e bonifici".

All'estero avviene il contrario, visto che i trasferimento interni sono davvero pochi: i club di Ligue 1 hanno speso in Francia appena 12 milioni, le squadre tedesche in Germania ne hanno investiti 20, le spagnole tra loro non hanno scambiato nemmeno un euro. Tutte comprano da fuori; solo i britannici investono in casa più che fuori, anche se l’acquisto più caro resta il brasiliano Gabriel Jesus arrivato al City dal Palmeiras. Il mercato della Serie A sembra davvero avere preso una piega diversa, un indirizzo tricolore.

(La Repubblica)

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