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La solita Inter spazza via i dubbi: tre indizi fanno la prova più confortante
Come fosse una partita dell'anno scorso. Inter-Lecce è scivolata via senza alcun patema d'animo, riconsegnando al popolo del Meazza la stessa squadra protagonista della cavalcata della seconda stella. Taremi l'unico volto nuovo, già però abbondantemente negli equilibri della macchina perfetta di Simone Inzaghi. Continuità figlia di una programmazione oculata e di un mercato che finalmente non ha impedito alla dirigenza di preservare in blocco le basi solide del progetto tecnico.
Stessi volti, salvo poche eccezioni che hanno obiettivamente alzato il livello della squadra, ma soprattutto stessa fame. Perché i 90' di ieri spazzano via arrogantemente i dubbi sull'appagamento che qualcuno millantava di aver intercettato nella prova dell'Inter in quel di Genova. La capacità di sbloccarla subito, il ruggito di Thuram dopo aver conquistato il penalty del 2-0 e la resistenza nel finale per blindare la porta sono tre indizi che consegnano all'ambiente la prova più importante: nel carattere e nell'orgoglio questa è esattamente la squadra dello scorso anno.
L'importanza del 2-0 va oltre il divario del risultato che conferma il pronostico della vigilia. Né le gambe ancora in parte imballate, né l'afa che avvolge Milano, l'assenza di Lautaro o le scorie del pareggio di Genova: nulla di tutto ciò ha intaccato i piani dell'Inter, che conferma di aver costruito sulla roccia e non sulla sabbia. Questo ha reso anche più facile l'inserimento dei nuovi: Taremi già visto e apprezzato, Zielinski preservato in vista dell'Atalanta. Il polacco scalpita per esordire nel prossimo turno, quando anche Lautaro vorrà tornare. Vedere come si diverte questa squadra rende ancora più forte la voglia di partecipare alla festa in campo.
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