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La Stampa – All’Inter riesce l’impresa di far rinascere il Parma. Nerazzurri nulli…

Francesco Parrone

Proprio non ce la fa, la sciagurata Inter di Mazzarri, a spiccare il volo. Nemmeno giocando sul campo della squadra più malconcia della serie A è riuscita a completare un tris di vittorie e a fare l’atteso salto di qualità in classifica....

Proprio non ce la fa, la sciagurata Inter di Mazzarri, a spiccare il volo. Nemmeno giocando sul campo della squadra più malconcia della serie A è riuscita a completare un tris di vittorie e a fare l’atteso salto di qualità in classifica. Anzi, a Parma il 7° tentativo è finito ben peggio dei sei precedenti: dopo il doppio 1-0 «rigoroso» su Cesena e Sampdoria, ecco il disastroso 2-0 incassato da chi veniva da sei sconfitte di fila. Inter senza gioco né anima. Infilata da una doppietta di De Ceglie (!) e prima squadra che non ha bucato gli emiliani. Due gol segnati in cinque trasferte: è bilancio da zona-retrocessione, addirittura. E dire che al Tardini in questa stagione avevano vinto tutti: Milan, Roma e Genoa di misura; il Sassuolo largheggiando.

Mazzarri ha provato a imitarli senza poter far rifiatare chi gli aveva regalato la doppietta tra Cesena e Samp. Troppi infortunati rimasti a casa, un solo cambio (Kuzmanovic titolare) causato dagli acciacchi di Hernanes. Un po’ per la stanchezza e molto per la totale mancanza di idee e di ritmo, è stata un’Inter di una nullità desolante. A vedere i suoi a lungo incapaci di costruire la benché minima minaccia alla difesa più battuta del campionato, Mazzarri è rimasto prestissimo in maniche di camicia. Eppure, ieri sera faceva freddino. Ma i nerazzurri non si sono mai scaldati più di tanto. Il loro è stato un giro-palla lumachesco privo di movimenti di chi si doveva smarcare e di invenzioni di chi aveva il compito di assisterli. Errori dappertutto, anche elementari. Non un cross utile, né da destra né da sinistra; Icardi e Palacio sconnessi e tenerissimi; un Kuzmanovic che spesso si annullava da solo; un Kovacic che per una serata ha smesso di essere il re dei dribblatori della serie A per finire a perdere palloni spesso sanguinosi in mezzo al campo.

Il Parma ha ringraziato la modestia assoluta del rivale di turno e ne ha approfittato al primo tentativo, con l’unica azione degna di nota di un primo tempo di una bruttezza clamorosa, con l’eccezione di qualche chicca regalata da Cassano. Rispoli ha spinto bene sulla destra per poi centrare in area, dove Vidic e Coda hanno bucato l’intervento e, dietro di loro, De Ceglie ha bruciato sul tempo Obi per firmare il primo vantaggio casalingo stagionale del Parma. Era il 5’ e l’Inter, di fatto, ha avuto tutta la partita per rimediare alla partenza ad handicap. Se l’è presa comoda, invece. Troppo. Nemmeno il vantaggio dei «gialli» presi da due centrali crociati su tre (Costa e Lucarelli) nei primi 18’, ha indotto i mazzarriani ad alzare la pressione. In tutto il primo tempo, Mirante non ha fatto una parata e l’unico pericolo glielo ha allontanato Lucarelli.

Dopo 51’ desolanti, è entrato Hernanes, s’è messo al centro di un’Inter smarrita e, con Kovacic più arretrato, almeno è riuscito a far crescere un filo l’intesità della manovra e di molto il numero delle occasioni. Non, però, la qualità. Che, anzi, è precipitata al 68’, quando l’irriconoscibile Palacio ha alzato alle stelle un assist di Icardi in capo a un contropiede ben condotto. Ci ha provato ancora Kovacic (palo esterno), poi De Ceglie ha trovato il bis con un tap-in puntuale su tiro di Cassano deviato da Medel. Che botta, per Mazzarri, sempre più nel mirino dei tifosi: avanti così, sarà difficile mantenere anche la fiducia di Thohir. E che gioia per Fantantonio, acerrimo nemico del suo ex tecnico.