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L’hashtag «sfida da paura» creato dall’ Inter per richiamare i tifosi allo stadio prende spunto dalla notte di Halloween, ma i più scettici temono risvolti calcistici. La partita contro la Roma servirà per togliere la maschera all’Inter e per avere delle indicazioni sulla lotta per lo scudetto. «Questa è l’occasione giusta per far capire un po’ di cose - ha ammesso Roberto Mancini - ma per quanto ci riguarda è questione di tempo. Fra un po’ andremo a Napoli e nel giro di un mese potremo dire di aver incontrato tutte le grandi: se passeremo indenni da queste partite o le vinciamo, beh, la situazione potrà farsi carina». Mancini non conosce la parola «paura» e ci tiene a ricordare che lo scorso 25 aprile i giallorossi uscirono da San Siro sconfitti. Era un’altra Inter senza la qualità dei nuovi innesti che, però, fino ad oggi non sono riusciti a fare la differenza.
«Icardi niente scuse...» - Il dato più sconcertante riguarda l’attacco, ma non è solo colpa di Maurito Icardi. L’attaccante argentino ha puntato il dito sui compagni parlando di scarsi rifornimenti («In 10 partite ho ricevuto 4 palloni e fatto 3 gol») e quindi Mancini è stato costretto a richiamarlo all’ordine: «A Palermo ne ha ricevuti quattro di palloni, quindi in base a quel che dice sono almeno cinque in tutto il campionato... Gli attaccanti tendono sempre a trovare delle scuse se non segnano, lo facevo anche io: Icardi forse parlava dell’intesa con i compagni che deve crescere». L’intesa potrebbe migliorare già stasera visto che dovrebbe tornare in campo dal primo minuto Jovetic, mentre a centrocampo mancherà Felipe Melo per squalifica.
Thohir, niente stadio - Allo stadio non ci sarà Erick Thohir che, come previsto, atterrerà soltanto domani mattina per restare in Italia per pochi giorni. A Mancini, quindi, tocca anche il compito di lanciare messaggi agli arbitri dopo l’espulsione di Palermo che, però, non ha compromesso la sua presenza in panchina: «Mi auguro che l’arbitro faccia giocare di più, migliorerebbe anche lo spettacolo e i giocatori la smetterebbero di simulare».
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