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Sempre più Internazionale di nome e di fatto. Se una volta lo era solo sul campo, con punte massime di undici stranieri e zero italiani, adesso lo è diventata anche negli uffici dirigenziali. Un presidente indonesiano e, tra presidente onorario, vicepresidenti, consiglieri d’amministrazione e direttori vari, una Babele di manager italiani, americani, indonesiani, argentini, inglesi e olandesi. Il prossimo componente scelto per occupare da agosto il seggio di Chief executive officer (Ceo) delle Nazioni Unite dell’Inter di Erick Thohir sarà Michael Bolingbroke, fino al prossimo 31 luglio Chief operating officer al Manchester United. «Ha la mia completa e assoluta fiducia – il messaggio di benvenuto recapitato da Thohir alla prossima new entry ai piani alti nerazzurri – perché rappresentala figura ideale per portare la visione, condivisa con la famiglia Moratti, dell’Inter come brand globale». Bolingbroke, 48 anni e curriculum invidiabile, sarà l’occhio e il braccio di Thohir sull’Inter e dovrà convivere al fianco del direttore generale Marco Fassone.
Tra i segni particolari di un organigramma interista sempre più multinazionale, però, c’è anche la sua progressiva «demorattizzazione». Nonostante Massimo Moratti conservi la presidenza onoraria, il figlio Angelomario la vicepresidenza (in condominio con Javier Zanetti) e la moglie Milly un posto nell’advisory board, il cambio della guardia tra la vecchia e la nuova gestione è sempre più evidente. Il rimpasto all’indonesiana, iniziato con l’arrivederci a Marco Branca, non ha risparmiato neanche altre figure influenti dell’Inter morattiana come il direttore organizzativo Filucchi (ora al lavoro con il nuovo Cagliari di Giulini), il medico sociale Combi e il team manager Cordoba. Internazionale dietro le scrivanie, ma anche nelle trame di mercato. Dopo Dodò (ieri uscito per una contusione dall’allenamento di Pinzolo) e M’Vila, il ds Ausilio è ripartito all’assalto di Rabiot, enfant prodige francese del centrocampo del Psg (accordo raggiunto con il club, lavori in corso per convincere il giocatore e la mamma procuratrice), e di Medel, sentinella cilena della difesa del Cardiff City.
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